IL LECCE ESCE SCONFITTO DAL VIA DEL MARE AL TERMINE DI UNA GARA GIOCATA IN 11 CONTRO 12

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IL LECCE ESCE SCONFITTO DAL VIA DEL MARE AL TERMINE DI UNA GARA GIOCATA IN 11 CONTRO 12

Luciano Graziuso

ARBITRO, DOV’ERI QUANDO ALMQVIST VENIVA ABBATTUTO IN AREA?

I giallorossi vengono battuti sul proprio terreno per 3 a 0 dalla Juventus, ma le proporzioni della sconfitta traggono in inganno: la squadra di casa, infatti, gioca alla pari degli ospiti, resta in partita fino a quando non va sotto nel punteggio ed inoltre viene penalizzata da alcune decisioni arbitrali molto discutibili.

LA CRONACA

I primi 15 minuti sono di grande intensità e ci offrono ben tre grandi occasioni da rete, poiché entrambe le compagini giocano a viso aperto e ad un ritmo molto intenso: al 5’ Pongracic, nell’insolita posizione di attaccante, lavora un ottimo pallone per Krstovic che conclude bene ma fuori di poco; all’ 11’ è sempre il calciatore montenegrino a rendersi protagonista, ma stavolta nella propria area, respingendo sulla linea di porta un colpo di testa a botta sicura effettuato da McKennie; un minuto dopo è ancora la Juve a rendersi pericolosa col serbo Kostic, che calcia alto. A questo punto sia i padroni di casa che gli ospiti rallentano di parecchio i giri del motore e l’ultima azione degna di nota della prima frazione capita sul piede di Oudin al 34’: destro da fuori area ben bloccato dal portiere avversario. In tutto questo, l’arbitro Doveri commette già i primi due errori gravi della sua pessima partita, risparmiando a Vlahovic un doppio cartellino giallo che sarebbe stato più che meritato. L’attaccante serbo infatti viene graziato dapprima al 17’, quando, dopo aver colpito con violenza sul braccio Pongracic, si butta in area simulando un fallo per ottenere un calcio di rigore; in seguito, una ventina di minuti dopo, il direttore di gara lo salva nuovamente non sanzionando un suo pericolosissimo intervento ai danni dello stesso difensore leccese, che è anche costretto ad uscire momentaneamente dal campo, sanguinante a causa della tacchettata ricevuta vicino all’occhio. Infine il fischietto di Volterra, invece di espellere il calciatore juventino, opta per un cartellino rosso nei confronti del DS del Lecce Stefano Trinchera, che viene quindi allontanato dal terreno di gioco per proteste…

Non contento di tutti gli sbagli del primo tempo, Doveri ne compie un altro anche ad inizio ripresa: al 47’ Almqvist viene platealmente spinto giù da Bremer in piena area di rigore, ma il direttore di gara, in linea con quanto fatto fino a quel momento, non concede il penalty ai giallorossi. Il VAR, sempre pronto ad intervenire – anche cercando il cosiddetto “pelo nell’uovo” – quando si tratta di venire incontro alle squadre più blasonate (basti pensare al recente rigore tolto al Lecce nella gara contro l’Inter oppure, andando più indietro nel tempo, all’incredibile gol annullato a Piccoli al Via del Mare contro il Milan), a parti invertite non si attiva neppure per gli episodi più eclatanti come quello in questione, e dunque si continua a giocare come se nulla fosse.

Al 59’ la Juve trova il gol del vantaggio: Falcone respinge un tiro effettuato da Yildiz, ma sugli sviluppi dell’azione Vlahovic spedisce in rete un cross arrivatogli da Cambiaso; a questo punto i padroni di casa hanno la colpa di “spegnere l’interruttore” e 9 minuti dopo permettono allo stesso attaccante serbo di raddoppiare facilmente. Sul doppio svantaggio assistiamo ad una piccola reazione d’orgoglio del Lecce, che prova a ributtarsi in avanti e riesce ad arrivare al tiro con Dorgu: il terzino è bravo a saltare un avversario, ma poi conclude debolmente permettendo a Szczesny una facile parata. All’ 85’ però gli ospiti troncano ogni flebile speranza di rimonta con Bremer, che realizza di testa il 3 a 0 sugli sviluppi di un calcio di punizione. L’ultima azione degna di nota la costruiscono i giallorossi, con lo stesso Dorgu che serve in area Sansone, ma l’estremo difensore avversario si fa trovare pronto e devia la palla in calcio d’angolo. La gara di fatto finisce qui, ma in pratica si era già conclusa una trentina di minuti prima.

CONCLUSIONI

I calciatori salentini, dimostratisi molto più battaglieri in altre circostanze avverse, stavolta hanno sicuramente avuto il demerito di uscire dalla partita troppo presto e nel primo vero momento di difficoltà; bisogna però dire che, se si fosse dato a Cesare quel che era di Cesare (l’espulsione a Vlahovic nel primo tempo ed il rigore per il fallo subito da Almqvist nel secondo), difficilmente questo match sarebbe finito 0 a 3…

Spiace purtroppo dover assistere di tanto in tanto a certe gare, come quelle di andata e ritorno contro la Juve, ma anche contro il Milan, l’Inter, il Monza, in cui si viene più o meno clamorosamente penalizzati da certi arbitri (ed addetti VAR…) che, nella migliore delle ipotesi, soffrono della cosiddetta “sudditanza psicologica” e il discorso può essere benissimo allargato ad altre squadre “piccole”, poiché di recente anche Verona e Genoa hanno subito direzioni di gara sfavorevoli contro l’Inter. Ora ci attende una trasferta impegnativa contro il Genoa (domenica alle 12:30), in cui sarà fondamentale almeno non perdere per non rischiare di essere risucchiati nei bassifondi della classifica.

Passando ai singoli, al netto del calo complessivo dopo il gol subito che ha coinvolto più o meno tutti i calciatori leccesi, i più positivi sono stati Kaba e Ramadani a centrocampo ed Almqvist (ottimo sia in fase offensiva che difensiva) e Krstovic (combattivo in avanti e generoso anche in difesa) in attacco; bene anche i neo entrati Dorgu e Sansone. Male invece Blin, che si perde Bremer sul terzo gol, Baschirotto e Gendrey, colpevoli per quanto riguarda i primi due gol subiti.

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