Israele contro il piano Usa per lo Stato palestinese: “Non facciamo regali ai palestinesi”. Gallant a Hezbollah: “Possiamo colpire anche Beirut”

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Israele contro il piano Usa per lo Stato palestinese: “Non facciamo regali ai palestinesi”. Gallant a Hezbollah: “Possiamo colpire anche Beirut”

Mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità lancia l’allarme contro l’offensiva militare israeliana a Rafah (sarebbe “una catastrofe umanitaria oltre ogni immaginazione”), il governo Netanyahu ha staccato la spina a qualsiasi cessate il fuoco ed alla soluzione “due popoli due Stati. Tutto questo a poche ore dalla decisione del premier di ritirare i suoi delegati dai negoziati in corso al Cairo per trovare un accordo sugli ostaggi con Hamas e mentre le forze speciali israeliane sono entrate nell’ospedale Nasser a Khan Younis. Medici senza frontiere segnala morti e feriti: “Siamo stati costretti a lasciare la struttura”, sottolinea l’Ong. Ma il portavoce del primo ministro fa capire che dall’esecutivo non è previsto alcun passo indietro: “Ora non è il momento di parlare di doni per il popolo palestinese, in un momento in cui la stessa Autorità palestinese deve ancora condannare il massacro del 7 ottobre”, ha detto riferendosi alla nascita di uno Stato palestinese. Tensione anche a nord, col botta e risposta tra Hamas e Israele. Il ministro della Difesa Gallant: “Possiamo colpire anche Beirut”.

Il piano – Come anticipato dal Washington Post, gli Usa e molti Paesi arabi stanno lavorando a un piano dettagliato per una pace comprensiva tra israeliani e palestinesi che include “una cronologia fissa” per la nascita dello Stato palestinese. L’annuncio ufficiale potrebbe avvenire nelle prossime settimane. Il punto centrale del Piano sarebbe il raggiungimento di un cessate il fuoco iniziale tra Israele e Hamas di sei settimane durante le quali gli Stati Uniti annuncerebbero il progetto e la formazione di un governo palestinese ad interim. Ma in attesa di conoscere i dettagli del piano e la posizione ufficiale di Israele, il ministro della Sicurezza nazionale e leader di Potere ebraico, Itamar Ben Gvir, anticipa tutti e critica duramente il progetto affermando che “l’intenzione degli Usa insieme ai Paesi arabi di stabilire un stato terrorista a fianco di Israele è deludente e parte della concezione sbagliata che dall’altra parte ci sia un partner per la pace”. Posizione rilanciata dall’altro collega, anche lui rappresentate di un partito di destra, Bezalel Smotrich: ministro delle finanze e leader di Sionismo religioso, Smotrich ha attaccato chiedendo al Gabinetto si sicurezza che “sia presa un decisione chiara con l’opposizione al Piano“.

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