SCHIFEZZA NEL PRIMO TEMPO, STREFEZZA NEL SECONDO

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SCHIFEZZA NEL PRIMO TEMPO, STREFEZZA NEL SECONDO

MA NON BASTA PER ACCEDERE AGLI OTTAVI DI COPPA ITALIA

Luciano Graziuso

Il cammino del Lecce nel torneo nazionale si interrompe bruscamente ai sedicesimi di finale per opera del Parma, che si impone per 4 a 2 al Via del Mare. Questa sconfitta però si poteva benissimo evitare.

LA CRONACA

Come purtroppo fanno sempre più allenatori, mister D’Aversa decide di snobbare la Coppa Italia e presenta una formazione con ben 8 cambi, compreso il portiere, rispetto alla squadra “abituale”; il Parma, invece, decide giustamente di onorare fino in fondo la competizione e parte con quasi tutti i titolari. I risultati si vedono subito: i ducali partono fortissimo mentre il Lecce (a causa soprattutto dei troppi giocatori nuovi, ma anche di un pessimo atteggiamento collettivo nell’affrontare la gara) sta a guardare, non costruisce nulla ed è completamente in balia degli avversari. Al 9’ subiamo già il primo gol: Gallo si fa scappare molto ingenuamente Hainaut, che da destra si accentra e mette una palla arretrata per Sohm: tiro e rete. I giallorossi sembrano con la testa già proiettata alla prossima trasferta a Roma, e dunque la squadra ospite continua a dominare in lungo e in largo con enorme facilità; al 18’ potrebbe già raddoppiare, ma il terzino Coulibaly spreca dopo un’ottima azione personale calciando addosso al portiere in uscita. Il Lecce è ancora in letargo e non accenna nemmeno una minima reazione; è facilmente intuibile che il 2 a 0 è nell’aria ed infatti arriva puntualmente al 29’ grazie ad uno stupendo tiro sotto l’incrocio di Bonny. Solo a questo punto i padroni di casa escono un po’ dal guscio ed al 39’ riescono a costruire l’unica azione pericolosa di tutto il primo tempo: Sansone (unico a salvarsi nella prima frazione) purtroppo è sfortunato e colpisce il palo; sugli sviluppi dell’azione, però, Piccoli subisce un evidente fallo da rigore, che l’arbitro dapprima concede ma poi annulla incredibilmente dopo aver rivisto il tutto al VAR. Questa decisione fa il paio con l’altra di convalidare il primo gol del Parma, che invece avrebbe potuto essere annullato per un fuorigioco forse attivo di Benedyczak sulla conclusione effettuata da Sohm: insomma, non si può certo negare che in questi mesi non siamo stati “fortunati”, a causa di molte decisioni dubbie prese dai direttori di gara, ma bisogna comunque ammettere serenamente che il vantaggio degli ospiti è più che meritato. I fischi dei pochi tifosi leccesi presenti sono stati infatti la colonna sonora di tutto il primo tempo.

Nella ripresa, però, la squadra di casa decide di metterci un po’ di orgoglio, e rientra in campo con un piglio ben diverso; già al 54’ Piccoli riesce ad accorciare le distanze: ben servito da Strefezza al centro dell’area, si fa parare il primo tiro ma non il secondo, che si insacca alle spalle di Corvi. L’andazzo della partita è nettamente cambiato, adesso è il Lecce che macina gioco e costruisce occasioni (tra cui un gol annullato allo stesso Piccoli per fuorigioco), mentre il Parma pensa ormai quasi esclusivamente a difendersi. Al 76’ arriva anche il 2 a 2: passaggio di Banda e gran botta di Strefezza da dentro l’area, che batte il portiere avversario. I ducali ora appaiono in grande difficoltà e i giallorossi battono il ferro finché è caldo, riuscendo ad andare pericolosamente al tiro altre tre volte: due con Piccoli (parata del portiere e colpo di testa di molto alto) ed una con Banda (che però conclude male). Quando tutti gli spettatori si aspettano ormai i tempi supplementari, arriva la doccia fredda per la squadra di casa; gli ospiti, autori di un secondo tempo completamente rinunciatario, al 94’ decidono di imbastire un contropiede e, con enorme fortuna, trovano il gol del nuovo vantaggio: Man dalla fascia destra mette un pallone rasoterra al centro dell’area, che entra in rete solo a causa della deviazione involontaria di Pongracic. A questo punto, con soli 90 secondi rimasti da giocare, saltano tutti gli schemi ed il Parma riesce a segnare anche il quarto gol, che chiude la gara: lo stesso Man trasforma un calcio di rigore assegnato per un fallo in area commesso da Ramadani. Sono dunque i gialloblu ad accedere agli ottavi di finale, mentre i padroni di casa subiscono un’eliminazione inaspettata, ma anche meritata per quanto visto nel primo tempo.

CONCLUSIONI

Al netto degli errori arbitrali registrati nel primo tempo, il principale responsabile di questa sconfitta è mister D’Aversa, rivelatosi invece fino a sabato scorso uno dei fattori più positivi del buon avvio di campionato del Lecce. Si fa molta fatica infatti a comprendere tale atteggiamento di totale snobismo nei confronti della Coppa Italia, in particolare in questa stagione nella quale, con 6 punti di vantaggio dalla terzultima e ben 6 altre squadre in mezzo a fare da “cuscinetto”, si sarebbe potuto e dovuto dare molta più importanza al torneo domestico di quanto effettivamente accaduto. Una scelta molto più saggia sarebbe stata infatti quella di fare un turnover ma molto più limitato, per non snaturare completamente la squadra, oppure effettuarlo alla prossima giornata di campionato a Roma, essendo in una posizione piuttosto tranquilla di classifica. La seconda causa della disfatta è la disarmante passività dimostrata dai giocatori nel primo tempo, figlia comunque delle scelte di formazione infelici del nostro CT. E’ dunque un’eliminazione che fa molto male, senza dubbio perché arrivata nei minuti finali, ma soprattutto perché ampiamente “cercata” da noi stessi, che abbiamo “regalato” una partita che si sarebbe potuta vincere abbastanza agevolmente.

Per quanto riguarda i singoli, i migliori in campo sono stati Strefezza e Piccoli (autori delle due reti), ma anche Sansone (che ha colpito un palo ed è stato l’unico a non sfigurare nel primo tempo); bene pure Berisha, giovane centrocampista albanese all’esordio in prima squadra, e Banda, che si è dato da fare entrando dalla panchina. Molto male invece tutti gli altri, in particolare nel primo tempo; lasciano a desiderare soprattutto Oudin e tutta la difesa, apparsa estremamente passiva in tre delle quattro reti subite.

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