IL LECCE NON SA PIU’ VINCERE

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IL LECCE NON SA PIU’ VINCERE

Luciano Graziuso

KRSTOVIC TORNA A FARE IL MESSIA, MA COL GENOA ARRIVA UN’ALTRA SCONFITTA

Come succede ormai troppo spesso i giallorossi, dopo aver dettato legge a Marassi per i primi 60 minuti, cedono di schianto e si fanno rimontare da Retegui ed Ekuban. Risultato: 0 punti portati a casa, terza sconfitta consecutiva e vittoria che manca ormai dal lontano 16 dicembre.

LA CRONACA

Il Lecce, sulla falsariga delle ultime esibizioni, parte subito a mille all’ora e conquista un calcio di rigore al 17’ grazie ad Almqvist, atterrato in area da Vazquez. Sul dischetto si presenta Krstovic, che però si fa ipnotizzare dal portiere avversario, mentre Baschirotto sulla ribattuta conclude alto. I padroni di casa rispondono 4 minuti dopo con un pericoloso colpo di testa di Bani, che però non inquadra lo specchio della porta. Gli ospiti non si demoralizzano per il penalty sbagliato e sfiorano ancora il gol al 25’, con Gendrey che tira di poco alto al termine di una bella azione corale. Poco dopo, al 31’, i giallorossi trovano la rete del vantaggio: lo stesso Gendrey conquista caparbiamente un pallone sulla fascia destra e si accentra, Krstovic non ci pensa due volte e conclude di prima intenzione dal limite dell’area: la palla, grazie anche alla deviazione di un difensore, batte imparabilmente Martinez ed entra in porta. I rossoblù accusano il colpo e rischiano di capitolare nuovamente in più occasioni: al 35’ l’estremo difensore respinge una velenosa punizione di Oudin e 2 minuti dopo prima Almqvist (tiro murato) e sulla ribattuta Kaba (fuori di poco da ottima posizione) vanno vicinissimi al raddoppio. Il primo tempo si conclude quindi sull’1 a 0 per gli ospiti, ma è un risultato che, osservando le statistiche, forse sta pure un po’ stretto alla squadra salentina, autrice di ben 10 tiri (di cui 3 in porta) nei primi 45 minuti.

Nella ripresa la prima chance è però del Genoa, che al 47’ colpisce prima il palo con una conclusione da fuori di Malinovsky e poi trova l’attenta risposta di Falcone sulla ribattuta di Vazquez. Il Lecce però risponde subito presente ed al 51’ Martinez deve compiere una parata miracolosa per fermare Sansone, ben lanciato a rete da un ottimo passaggio di Oudin; al 60’ la stessa ala del Lecce sfiora il gol su punizione, ma la palla termina di poco fuori sulla sinistra. Fino a questo momento, insomma, gli ospiti sono i padroni quasi assoluti del match, non c’è nulla che lasci presagire un ribaltamento completo dell’andamento della partita; invece all’improvviso la compagine salentina smette di giocare e si fa schiacciare sempre più nella propria metà campo. Questo atteggiamento viene subito punito da Retegui al 70’, il più lesto di tutti a depositare di testa la palla in rete in seguito ad uno stupendo calcio di punizione battuto da Gudmunsson e schiantatosi sulla traversa. La squadra leccese purtroppo non sembra aver appreso la lezione ricevuta in altre gare simili, giocate per un’ora e poi “virtualmente abbandonate”, e continua quindi a farsi assediare dal Genoa che, fiutate le evidenti difficoltà dei propri avversari, cerca giustamente di conquistare l’intera posta in palio. Così, al 74’, Falcone deve superarsi per respingere una conclusione potente e da distanza ravvicinata di Ekuban, ma nulla potrà 2 minuti dopo, quando lo stesso attaccante gialloblù lo trafiggerà con una splendida rovesciata. Il forcing finale del Lecce, se così si può chiamare, è estremamente sterile e produce solo due calci d’angolo; la gara termina quindi 2 a 1 per i padroni di casa, mentre gli ospiti pagano nuovamente a carissimo prezzo i minuti finali di blackout a cui purtroppo sempre più spesso sono costretti ad assistere i loro tifosi.

CONCLUSIONI

Bisogna al più presto capire la natura di questi terribili cali di prestazione nella seconda metà della ripresa (mentale, fisica o un mix di entrambe?) e quindi cercare di risolvere il problema nel più breve tempo possibile; nel match di ieri, inoltre, non hanno funzionato nemmeno i cambi, con Piccoli apparso stranamente poco combattivo e Banda quasi del tutto inesistente, forse anche a causa del lungo viaggio e delle partite giocate di recente in Coppa d’Africa. La classifica, infatti, ora si fa davvero preoccupante, con le terzultime (Cagliari, Udinese e Verona) a soli 3 punti di distanza e con un calendario a dir poco ostico per quanto riguarda le successive quattro giornate: Fiorentina in casa, Bologna e Torino in trasferta ed Inter al Via del Mare. C’è però qualcosa di positivo da cogliere nella gara di ieri: la buona forma di tutti e tre gli attaccanti scesi in campo dal primo minuto (Almqvist, Sansone ed ovviamente Krstovic, che si è anche finalmente sbloccato) e l’ottimo momento di Gendrey, tornato a spingere come ai bei tempi. Fanno però da contraltare le brutte prestazioni dei subentrati dalla panchina (Banda e Piccoli) e soprattutto la troppa leggerezza difensiva dimostrata nell’azione che ha portato al gol di Ekuban. Infine, ottima la partita di Falcone, senza il quale il passivo sarebbe potuto essere anche più pesante.

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One thought on “IL LECCE NON SA PIU’ VINCERE

  1. Bell’articolo, analisi lucida e obiettiva della partita e delle difficoltà che sta vivendo la nostra squadra del cuore. Come sempre, competenze, conoscenza profonda del mondo del calcio e delle sue regole si uniscono a una “passione” controllata, che non dà spazio a partigianeria e mancanza di serenità nel giudicare…

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