Stupri e femminicidi tra frustrazione ed impotenza maschile.

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Stupri e femminicidi tra frustrazione ed impotenza maschile.

Manuel M Buccarella

La cronaca nera italiana degli ultimi mesi ed ormai degli ultimi anni è sempre più “ricca” di episodi di violenza contro la donna, dagli stupri fino alla soppressione fisica.

Il numero dei femminicidi e delle violenze sulle donne è purtroppo in crescita esponenziale e questo fa molto riflettere non solo in termini di fredde statistiche giudiziarie e criminologiche, ma soprattutto in merito allo svolgimento dei rapporti uomo/donna. In una società che dovrebbe essere civile e moderna, incentrata sull’emancipazione femminile e sulla sostanziale parità di genere, condotte brutali ed assassine dovrebbero essere se non nulle quanto meno assai rare. Eppure non è sempre, spesso, così. Uomini anagraficamente maturi non resistono alla frustrazione della fine di una relazione, impressa dalla donna e vi rispondono con stalking, appostamenti, maltrattamenti, fino in alcuni casi ad arrivare anche all’uccisione della donna.

L’uomo lasciato in pratica non riesce a sostenere il colpo della separazione: la donna resta un oggetto, un suo oggetto, che non può essere centro autonomo di libere decisioni. Pertanto va soppressa, per lavare l’onta di un “tradimento”.

I numerosi stupri, anche di gruppo, registrati dalle recenti cronache (vedi i fatti di Palermo) non si discostano molto, in termini di moto psicologico scatenante, dalle considerazioni di cui sopra. La donna, la ragazza diventa un oggetto sul quale esercitare la propria violenza fisica e psichica per raggiungere un rapido soddisfacimento fisico. Questa è gente che forse dimentica che l’incontro sessuale accompagnato dal consenso della portatrice del desiderio è di gran lunga più soddisfacente ed eccitante proprio grazie al consenso.

Si è pure detto in questi giorni, e lo ha fatto addirittura anche Rocco Siffredi, che molti giovani agiscono violentemente contro una donna perché imparano i rudimenti del sesso grazie alla pornografia. Siffredi si è precipitato a dire che la pornografia è una finzione, il vero sesso semmai con amore è altra cosa. In effetti molte scene sono a volte incentrate sul solo godimento maschile, per cui la donna ritorna ad essere oggetto. Non mancano scene di sesso praticato da più uomini con una sola donna. Alcuni giovani stupratori dicono di essersi ispirati a quelle scene.

Rocco Siffredi ha aderito alla proposta del ministro per la famiglia Eugenia Roccella di inibire l’accesso dei siti porno, compreso il suo, ai minorenni, cosa non sempre facile a praticarsi tecnologicamente.

A parlarne è anche il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello che oggi ha incontrato Giorgia Meloni, e nel corso di alcune interviste, ha citato anche Rocco Siffredi, la star mondiale del porno. «Anche Siffredi ha detto che la proposta di Eugenia Roccella, di oscurare i siti pornografici, ha senso e per primo sarà lui a farlo. Occorre parlare di questo, anche con le attrici e gli attori dei film porno. E’ un discorso che va oltre la moralità, siti si, siti no, ma è per il bene dei bambini. Politica, cittadini, genitori, attori porno mettiamoci insieme per amore dei bambini» aggiunge Don Patriciello.

Va detto tuttavia , che sul tavolo degli imputati non va messa solo la pornografia: va messa anche la società e la politica italiana che , con la complicità del Vaticano, nega l’ insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole.

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