Dio (forse), patria e certamente famiglia. È il motto del governo Meloni, inevitabilmente.
La legge di bilancio 2024 ha introdotto, (commi 180 e 181 Legge 213/2023) il cd. “Bonus mamme” per il periodo dal 01.01.2024 al 31.12.2026. In questo modo il governo in carica vuole manifestare la propria attenzione verso le famiglie ed in particolare, verso le mamme.
Il “bonus mamme” è un esonero contributivo riconosciuto alle lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato:
• in via sperimentale solo per il 2024, per le madri di 2 figli fino al compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo
• per le madri di 3 o più figli anche per gli anni 2025 e 2026 e fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo.
Il bonus consiste nell’esonero della contribuzione previdenziale a carico del dipendente (9,19% della retribuzione), fino a un massimo di 3.000 euro annui, parametrati su base mensile. La soglia massima di esonero è quindi di 250 euro mensili. Il maggiore importo che verrà percepito in busta paga per effetto della decontribuzione concorre alla formazione del reddito e dunque sarà in qualche misura tassabile.
L’esonero spetta dal 1° gennaio 2024 se i requisiti sussistono già a tale data, altrimenti dal mese di nascita del secondo / terzo (o ulteriore) figlio.
Come è facile capire, questa misura, transitoria come altre – non è al momento infatti strutturale – è destinata soprattutto alle “famiglie numerose”: tre o più figli. Ma quante mamme in Italia hanno tre o più figli? E 250 euro in più al mese la cambiano la vita ad una famiglia? Sono valido incentivi per fare (più) figli?
Provvedimenti-spot che non servono a niente, tanto meno a spostare sia pur di poco l’enorme divario che esiste nel nostro Paese tra famiglie ricche e povere…Non è certamente con i “bonus” una tantum e “tanto” difficili da ottenere muovendosi tra centomila requisiti da possedere ed esenzioni da “studiare”, che si risolve e nemmeno si scalfisce la tragedia dell’impoverimento progressivo del ceto medio italico, la sua scomparsa, la povertà endemica che destina all’emigrazione, il dramma dei salari da fame, l’assoluta mancanza di “ascensore sociale” (da decenni!!!) nel nostro Paese…Il lavoro povero e lo sfruttamento attendono misure che solo un esecutivo veramente degno di questo nome e dell’investitura popolare potrebbe prendere; un governo di tutt’altro colore e soprattutto statura morale, civile e sociale!!!!!!!