Pensiero del giorno.

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Pensiero del giorno.

Manuel M Buccarella

“Tutte le vite sono difficili; ciò che rende certe vite riuscite e’ il modo in cui sono state affrontate le sofferenze”. Friedrich Nietzsche

Iniziamo il giornale di oggi con questa profonda e saggia riflessione del filosofo tedesco, che moriva a Weimar proprio il 25 agosto 1900, dunque ben 123 anni orsono. Nietzsche era nato il 15 ottobre 1844.

Il padre del “superomismo”, che considerava l’ uomo fatto di solo corpo, ritenendo l’anima inesistente, in particolare quale protagonista di un’inesistente vita ultraterrena (Nietzsche era tra l’altro ateo), afferma nell’importante pensiero riportato che ognuno di noi si confronta con le sconfitte, con la sofferenza come con le frustrazioni, ma solo chi le accetta e riesce a risolverle con successo è destinato ad una “vita riuscita”. La sofferenza appare qui dunque come un possibile strumento di crescita personale ed alla fine, di successo, se ben affrontata ed interpretata.

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One thought on “Pensiero del giorno.

  1. D’accordo, ma fino ad un certo punto; tutto dipende dalle sofferenze…e da quando arrivano. Mi spiego: ci sono sofferenze troppo grandi in età troppo giovani…quelle sono impossibili da “dominare” e da “usare” addirittura a proprio vantaggio, per maturare e diventare più forti. In età troppo precoci non si hanno gli “strumenti” per “difendersi” adeguatamente dal dolore…è normale. Può parlare così chi ha avuto un’infanzia ed una fanciullezza relativamente “normali”, in cui non ha conosciuto, fortunatamente, “eventi” devastanti e ha potuto corroborare e rafforzare l’autostima, vincere avversità e andare avanti con coraggio e fiducia nella vittoria sulle avversità. Un’ultima cosa: dipende anche dal numero di “prove” cui si è stati sottoposti, specie da piccoli, quando si è più indifesi e necessariamente non si hanno le “difese” psicologiche contro i mali dell’esistenza; se in quel periodo ti investono troppe “bufere” senza che gli adulti ti aiutino, anzi magari con intorno proprio gli adulti che coscienti o meno, ti procurano esperienze dolorose, sei condannato a risentire per tutto il resto della vita della sofferenza ingiustamente provata e non “superata” per oggettiva mancanza di mezzi di elaborazione e rielaborazione “positiva” del dolore.

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