Accordo Lula (Brasile)/Petro (Colombia) per la tutela dell’Amazzonia

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Accordo Lula (Brasile)/Petro (Colombia) per la tutela dell’Amazzonia

Il presidente brasiliano Lula e quello colombiano Petro si sono incontrati negli scorsi giorni a Leticia, capoluogo del dipartimento di Amazonas nel sud della Colombia. Il tema al centro della discussione è stato il futuro dell’ Amazzonia, messa in pericolo dalla deforestazione e dalla crisi climatica. L’incontro tra i capi di stato è avvenuto durante la sessione conclusiva di un convegno di tre giorni sullo stato della foresta pluviale, con più di 600 partecipanti tra ministri dell’ambiente, scienziati, esponenti indigeni ed enti ambientali. Il summit prepara il Vertice dell’Amazzonia, che si svolgerà i prossimi 8 e 9 agosto a Belém, in Brasile.

I due presidenti hanno ribadito la necessità di rafforzare l’Organizzazione del Trattato della Cooperazione Amazzonica (OTCA). Si tratta di una struttura intergovernativa che ha lo scopo di tutelare il bacino dell’Amazzonia. I grandi pericoli per la foresta sono gli allevamenti intensivi, le attività minerarie e il disboscamento, legali o meno. Si stima che la distesa di verde si sia già ridotta di almeno 85 milioni di ettari.

Nel primo semestre del 2023 il tasso di deforestazione in Brasile è già diminuito del 33% rispetto allo stesso periodo del 2022 (Bolsonaro presidente), nel primo trimestre dell’anno del 76% in Colombia. Lula proporrà a Belém che gli 8 paesi dell’OTCA si assumano l’impegno a porre fine al taglio illegale degli alberi entro il 2030, come già fatto dal Brasile.

Petro ha però sottolineato come “l’intero sistema economico mondiale deve essere trasformato”. Gli incontri di Leticia erano stati indicati dal governo colombiano come strategici “per costruire la governance, la gestione, il finanziamento e le capacità decisionali politiche che l’Amazzonia richiede”. La ministra dell’ambiente, Susana Muhamad, ha ribadito anche la sua proposta dei debt-for-nature swaps, ovvero la cancellazione del debito estero in cambio di investimenti nella tutela ambientale. Bogotà vuole presentare questa proposta a COP28, a cui arrivare con una posizione unica di comune accordo con Brasilia.

Petro ha rilanciato inoltre la proposta di un fondo multilaterale ventennale per sostenere le comunità agricole che contribuiscono alla deforestazione, compensandole invece per le attività di conservazione e rigenerazione. Lula ha invece richiesto ai paesi più ricchi, responsabili della maggior parte delle emissioni storiche, di rispettare gli impegni in tema climatico.

Il presidente brasiliano ha organizzato una vera e propria campagna militare contro i minatori illegali nel territorio degli Yanomami. Ma allo stesso tempo ha dovuto accettare, suo malgrado, il passaggio di una legge che potrebbe rivelarsi un’arma per sfrattare le comunità indigene da zone di interesse dell’agroindustria.

Petro ha aggiunto: “c’è un altro tipo di sviluppo che è quello fondato sulla protezione della vita. Trasformare il sistema economico, basandolo sulla vita, è la rivoluzione dei tempi di oggi. La rivoluzione della vita deve partire dall’Amazzonia”.

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