Gazprom chiude in perdita per circa 6 miliardi di euro, ma ciò non frena l’avanzata russa in Ucraina.

0comments 1.83 mins read
Gazprom chiude in perdita per circa 6 miliardi di euro, ma ciò non frena l’avanzata russa in Ucraina.

ma.bu.

Gazprom, monopolista pubblico dell’energia in Russia, ha chiuso per la prima volta in perdite dopo tanti anni.

L’anno scorso, 2023, il gigante energetico russo del metano ha registrato una perdita di 629 miliardi di rubli (pari a 6,9 miliardi di dollari), la peggiore degli ultimi decenni. I ricavi di Gazprom sono diminuiti di quasi il 30% su base annua a 8,5 trilioni di rubli, con le vendite di gas che sono scese da 6,5 trilioni di rubli nel 2022 a 3,1 trilioni di rubli.

Gli analisti, riporta il Financial Times, sottolineano come Gazprom non sia riuscita ad adattarsi alla perdita del mercato europeo, con i ricavi dalle vendite di gas al di fuori della Russia che sono scesi da 7,3 trilioni di rubli nel 2022 a 2,9 trilioni di rubli lo scorso anno. I profitti del petrolio, del gas condensato e dei prodotti petroliferi sono invece saliti a 4,1 trilioni di rubli (+4,3%), superando con successo i tentativi occidentali di limitare le entrate del Cremlino dalle vendite di energia.

Negli anni precedenti, nel 2021 ma soprattutto nel 2022, i ricavi di Gazprom sono stati “drogati” dai prezzi vertiginosi toccati dal metano, a causa della guerra e dai tagli alle forniture di gas da parte della Russia. Prezzi che hanno fatto registrare numeri da capogiro per il monopolista russo, e che hanno fatto lievitare il saldo delle partite correnti della Federazione. 

Mentre Gazprom dovrà continuare nella diversificazione dei mercati di approdo del suo metano, soprattutto verso Asia ed Oriente, per cercare di pareggiare i conti, adattandosi per altro ai nuovi pressi della materia prima, un’importante società energetica russa, la Lukoil, che però è privata, farà non pochi profitti con l’Unione Europea grazie alla fornitura del gas proveniente dall’ Azerbaijan. La differenza ovviamente, sta nel fatto che Lukoil è privata e, salvo un’improbabile nazionalizzazione da parte del Cremlino, i maggiori ricavi e profitti della stessa si trasformerebbero, semplicemente, in un maggiore apporto per l’erario russo.

Insomma, i numeri di Gazprom, non confortanti per Mosca e che da molti ad Occidente vengono salutati come la prova dell’efficacia delle sanzioni – cosa in parte vera – andranno verificati sul campo nei prossimi anni. Fatto sta che al momento la “debacle” di Gazprom non frena i russi nel portare avanti l’ “operazione militare speciale” in Ucraina.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *