A proposito della faccenda xylella…

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A proposito della faccenda xylella…

Crocifisso Aloisi

Riceviamo e con piacere pubblichiamo il contributo di Crocifisso Aloisi, meridionalista aderente alla Carta di Venosa.

[…….]

Ogni tanto conviene fare una ripassatina dell’ordine cronologico degli eventi che hanno caratterizzato la faccenda Xylella perché qualcuno tende facilmente a dimenticare e non trova di meglio che attaccare offendere denigrare cittadini attivisti

1) OTTOBRE 2013

Dopo appena due mesi dal ritrovamento ufficiale del batterio xylella fastidiosa a Gallipoli, cioè ad ottobre 2013, ci fu una Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati il 11.12.2013. In quell’occasione fu affermato, dalle autorità politiche e fitosanitarie preposte, che le “ERADICAZIONI ERANO GIÀ INUTILI perché il batterio era ormai presente su oltre 150 specie vegetali”. Si delineava una strategia di convivenza, poi abbandonata.
Qui gli attivisti non c’entrano nulla.

Qui il link dell’audizione della Commissione Agricoltura della Camera
https://webtv.camera.it/evento/4420

2) LA NOMINA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO per la ‘emergenza xylella’ è avvenuta a febbraio 2015, cioè dopo 16 mesi dal ritrovamento ufficiale ! Anche qui quelli che vengono ciclicamente citati con disprezzo ‘ambientalisti’ negazionisti c’entrano nulla. Anzi, perché tutto questo ritardo se con l’eradicazione (del primo focolaio di Gallipoli) avremmo potuto risolvere il problema? (sempre prendendo per buona questa soluzione).

3) il Popolo degli Ulivi, cioè il movimento di protesta contro questo comportamento schizofrenico delle istituzioni, nacque dopo la manifestazione di Piazza Santo Oronzo a Lecce del 29 marzo 2015, quindi qualche giorno prima della presentazione del Piano Silletti e quando la provincia di Lecce l’avevano già dichiarata zona infetta, sulla base di percentuali irrisorie, condannandola di fatto al completo immobilismo e, immediatamente dopo, al totale e generalizzato abbandono. Elementi questi, che sono stati poi decisivi per la devastazione del paesaggio tipico salentino.

Nel 2015 è stato pubblicato anche il III Rapporto sulle agromafie con un capitolo dedicato alla faccenda xylella. Anche in questo caso nulla è da contestare ai cittadini attivisti. Anzi, il ruolo di quelli che vengono ripetutamente definiti complottisti negazionisti è stato esaltato nello stesso rapporto (“per fortuna ci sono tanti cittadini e associazioni di volontariato che presidiano il territorio”.. c’è scritto).

Questo il link
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.osservatorioagromafie.it/wp-content/uploads/sites/40/2017/02/3%25C2%25B0-Rapporto-Agromafie.pdf&ved=2ahUKEwjqwtvjlvD9AhUmVPEDHbsUB-QQFnoECA8QAQ&usg=AOvVaw3MRls26xU2yGJ9F2laowKt

4 ) PIANO SILLETTI

Il piano Silletti venne presentato ad aprile 2015 mentre la provincia di Lecce venne dichiarata zona infetta il 13 marzo dello stesso anno (con determina regionale pugliese) cioè prima del piano Silletti e sulla base di percentuali irrisorie di positivi (a tal proposito basta leggere i dati trasmessi dal Mipaf nella relazione del 06.07.2015).

L’UE ha poi ufficialmente dichiarato zona infetta l’intera provincia di Lecce ad aprile 2015, cioè subito dopo la presentazione del Piano (che a questo punto non poteva più applicarsi alla provincia di Lecce perché dichiarata zona infetta).

A detta di molti commentatori il piano Silletti era carente di alcune importanti valutazioni di impatto ambientale, sanitario e soprattutto sociale. Il fatto che successivamente la Commissione Europea abbia riveduto la regola dei 100 m (cioè abbattimento della pianta infetta e di tutte quelle potenzialmente ospiti nel raggio di 100 m), riducendo il raggio d’azione a 10 metri (cioè riduzione del 90% !) è una conferma della bontà delle critiche avanzate al piano da cittadini, tecnici e ricercatori non allineati.

La gestione commissariale è terminata a gennaio 2016, cioè dopo 1 mese dall’intervento della Procura di Lecce (avvenuto il 18 dicembre 2015, ma la Provincia di Lecce era già stata dichiarata zona infetta da oltre nove mesi). I cittadini che colpe avrebbero in tutto questo?

5) EMILIANO

Il governatore della Puglia fu eletto a giugno 2015 ma la gestione operativa del problema era in mano al commissario straordinario. La Regione iniziò a gestire direttamente dopo la decadenza dell’incarico a Silletti, avvenuta dopo le sue dimissioni.

6) PROCEDURA DI INFRAZIONE

L’istruttoria iniziò a dicembre 2015 (durante la gestione Silletti, il 10/12/2015) e prima dell’intervento della Procura di Lecce ( 18/12/2015). Nella procedura d’infrazione la Commissione europea imputava all’Italia/commissario, tra le altre cose, la “mancata predisposizione di un programma sistematico di monitoraggio” evidenziando che solo l’1% dei quadrati/celle era stato monitorato”.

E , se permettete, qui son proprio i tecnici , ricercatori e chi era preposto a gestire la cosiddetta ’emergenza’ a dover dare spiegazioni, non certamente i cittadini !

Il cambio di passo invece avvenne proprio dopo il passaggio della gestione dei monitoraggi da parte della Regione Puglia, a partire dal gennaio 2016, che ha realizzato uno dei più giganteschi monitoraggi a livello mondiale (circa 500.000 alberi campionati contro le poche migliaia durante la gestione Silletti) del tutto rispettoso delle regole europee. Attività di monitoraggio che ha fatto uscire l’Italia dalla procedura di infrazione. Dunque è vero l’esatto contrario !
D’altronde i numeri sembrano essere impietosi: durante la gestione commissariale, dai dati trovati, il monitoraggio è stato più o meno di 30.000 campioni, mentre durante la gestione Emiliano / Ragno la media è stata all’incirca di 170.000 campioni annui e con meno risorse economiche.

(ma anche questa attività di monitoraggio, purtroppo, come quella durante la gestione commissariale, ha tralasciato un aspetto fondamentale, che si è poi dimostrato cruciale per la non soluzione al problema disseccamenti: non aver ricercato altre possibili cause dei disseccamenti, presenti per esempio nei terreni, vista le differenze tra le diverse zone infette, con alberi completamente secchi, altri con ripetuti sintomi di disseccamenti ma ancora vegeti dopo oltre sei anni, alberi completamente vegeti e produttivi trovati positivi ed alberi completamente secchi o con gravi sintomi, ma risultati essere negativi alla presenza del batterio).

7) SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA DI SETTEMBRE 2019

la Commissione Europea, che ha sollecitato il giudizio della Corte, non ha avanzato accuse a ricercatori e cittadini ma ha criticato l’operato delle autorità preposte alla faccenda

8) MAGISTRATURA

I magistrati salentini hanno parlato di
“molteplici irregolarità”, di “pressapochismo e negligenza” con la quale avrebbero lavorato in questi anni tecnici, politici e accademici. Una serie di interventi “che si sono dimostrati assolutamente disarticolati, tardivi, caratterizzati da scarsa trasparenza e professionalità e non consoni complessivamente a una corretta gestione dell’emergenza”. Come si può notare anche qui i cittadini c’entrano nulla.

9) TRATTAMENTI DI RECUPERO

Se i cittadini diffondono notizie relativamente a dei trattamenti di recupero e salvataggio di alberi e che stanno ottenendo dei risultati – alcuni dei quali hanno anche avuto alcune pubblicazioni scientifiche come per esempio il cosiddetto ‘Protocollo Scortichini’ (oltre 10 pubblicazioni scientifiche) o il metodo di Luigi Botrugno – cioè se i cittadini fanno quello che non hanno mai fatto giornalisti ed opinionisti coinvolti, che colpe hanno ?

10) non sono stati ancora chiariti molti aspetti di questa vicenda, aspetti in cui gli attivisti c’entrano nulla:

-i ritardi delle notifiche di abbattimento,

-la vicenda dell’olivo di Termetrio (ritardo nella notifica e olivo vegeto dopo oltre un anno dalle analisi positive), quella incredibile ed ancora più grave dell’olivo di Monopoli, quella dell’olivo di Corato,

– perché si insisteva ad utilizzare fitofarmaci con componenti che in Europa stavano per essere vietati ?

– il fatto che successivamente si chiedava di andare in deroga a vincoli paesaggistici, ambientali e sanitari per le eradicazioni vuol dire che allora agli inizi si stava procedendo proprio senza rispettare i vincoli paesaggistici e sanitari, cioè la tutela della salute dei cittadini e del nostro Paesaggio ?

  • mentre vengono pubblicati nuovi studi sul ruolo determinante di alcuni funghi patogeni nel provocare disseccamenti (l’ultimo è uscito ad aprile 2023 ad opera del team guidato dal prof. Marco Scortichini, qui il link
    https://www.vglobale.it/2023/04/11/xylella-e-non-solo-nuova-luce-da-una-ricerca/ ) perché le autorità politiche e fitosanitarie regionali continuano a snobbare questa pista ?
  • ad aprile 2021 l’Ansa ha riportato la notizia di uno studio che avrebbe dimostrato come Xylella fosse presente in Europa dal 1990 (e non da ottobre 2013 !!) . Questo ovviamente getta una ulteriore ombra su tutta la normativa regionale nazionale ed europea generata per ‘fronteggiare’ il patogeno da ‘quarantena’ quando poi era presente sul territorio europeo almeno dal 1990 , in base a questo studio pubblicato da Ansa. Questo il link https://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/mondo_agricolo/2021/04/24/xylella-fastidiosa-studio-e-in-europa-dagli-anni-90_a98103f5-19e3-481f-a135-d610c7db5a64.html )

Dal 2014 ad oggi, abbiamo chiesto alle autorità preposte di dare spiegazioni sulle tante contraddizioni e aspetti torbidi della faccenda xylella: questo non può certamente essere un reato né essere causa di reati. La nostra manifestazione di pensiero è libera e chiunque vi ha aderito liberamente senza alcuna condizione.

Per questa ricerca di verità continuiamo a subire pressioni e calunnie di ogni genere, fino al punto che ci viene anche rinfacciato di essere responsabili del disastro e di aver diffuso notizie non vere su questa vicenda: docenti universitari, costituzionalisti, tecnici, cittadini ricercatori e giornalisti non allineati continuano ad essere apostrofati in tutti i modi, da complottisti e negazionisti fino a santoni, zulù (ex min. Centinaio) e sciamani.

Evidentemente risulta più comodo offendere e lanciare accuse gratuite piuttosto che dare spiegazioni alle tante domande che ancora gravitano come macigni sull’intera vicenda Xylella.

È grave che commentatori e giornalisti continuino pericolosamente a soffiare sul fuoco della disperazione di chi ha perso tutto alimentando così pericolose tensioni. Ancora più grave se a parlare in questo modo sono uomini di Stato, rappresentanti delle istituzioni, che dovrebbero agire nel rispetto scrupoloso della Costituzione e di una istituzione qual è la Magistratura. Il sospetto è che qualcuno sa di poter fare poco o nulla e sta cercando di scaricare le proprie responsabilità.

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