Ugo Foscolo e l’immortale Ellade

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Ugo Foscolo e l’immortale Ellade

“Il dolore in chi manca di pane è più rassegnato”.

“Il furore e l’ estasi dell’amore mi avevano infiammato e rapito”.

“T’amo di un amore che non si può concepire che da me solo”

Il 6 febbraio 1778 nasceva a Zante, in Grecia, Ugo Foscolo, scrittore, poeta, drammaturgo, critico letterario. Nato Niccolò, si faceva chiamare Ugo. La madre era greca di Zante, Diamantina Spathys, il padre era un modesto medico di vascello veneziano, Andrea Foscolo.

La nascita e le origini greche ne condizionarono fortemente gusto e poetica. Foscolo deve infatti tanto a Zacinto, cui dedicò uno dei suoi più celebri sonetti, “A Zacinto” appunto. L’ Ellade rimane per il letterato veneziano luogo di elezione e di ispirazione poetica, tanto che lo si ritiene autorevole esponente del neoclassicismo ed infine del preromanticismo.

Primo di quattro fratelli, i due maschi morirono entrambi suicidi. “In morte del fratello Giovanni” affronta (anche) questo doloroso tema.

Aderì convintamente all’ illuminismo ed al razionalismo. Fondamentalmente ateo ma fortemente necessitante di spiritualità, sperimentò il “pessimismo della ragione”.

Tra le opere più famose”Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, le “Odi” e soprattutto, “I Sepolcri “.

Morì a Londra il 10 settembre 1827, dopo tante traversie e trasferimenti, conseguenze di uno spirito inquieto ed anche delle avversità occorse a Napoleone Bonaparte, del quale era grande ammiratore.

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