Se la scuola pubblica è scuola di classe

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Se la scuola pubblica è scuola di classe

Il caso delle “gite di istruzione”.

Manuel M Buccarella

Che la scuola pubblica, in particolare quella cosiddetta dell’obbligo, abbia da tempo in sé connotati discriminatori nei confronti dei figli del proletariato come ormai anche del ceto impiegatizio, non è certo una novità.

Mi riferisco, per esempio ed innanzitutto, ai libri di testo, che cambiano anno dopo anno ma solo nella forma e che non sono gratuiti, come in altri paesi (un tempo anche nei bistrattati paesi “a socialismo reale”). Anzi a doverli comprare, tutti o molti, diventa oneroso già per una famiglia “normale”. Si aggiunga che i contributi che erogano i Comuni a parziale copertura dell’impegno sostenuto in anticipo da alcune famiglie ritenute bisognose, arrivano a secondo quadrimestre inoltrato.

Altro punto dolente è costituito dalle “gite d’istruzione”, quelle indette generalmente per l’ultimo anno del ciclo scolastico e che sono per ragazze e ragazzi soprattutto un’occasione per stare insieme in un momento così importante. È evidente come molti alunni appartenenti alle classi meno abbienti non abbiano la possibilità di pagare importi anche significativi e sono dunque costretti a non partecipare. Per i meno abbienti dunque sarebbe opportuno che la scuola o lo Stato nelle sue articolazioni provvedesse a sostenerne per intero il costo.

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2 thoughts on “Se la scuola pubblica è scuola di classe

  1. La Scuola è sempre più di classe, così come nella società italiana si accentuano le differenze tra ceti e non esiste più il cosiddetto “ascensore sociale”…Un processo cominciato da decenni, aggravato dal berlusconismo e da governi le cui politiche indegne di un Paese anche solo civile abbrutivano e definitivamente cancellavano le conquiste dei lavoratori del periodo “sessantottino”. L’Italia è sempre più una nazione divisa e afflitta da mille disuguaglianze, tutte ovviamente a svantaggio dei proletari. Bisognerebbe ricreare un clima e una coscienza di classe “per sé”, come diceva il grande Marx, cosa che non è affatto facile…
    Bello l’articolo, come sempre, del direttore, che porta a galla un argomento messo quasi da parte da altre emergenze, come quelle relative alle guerre che stanno martoriando territori vicini a noi e ci vedono pure coinvolti nonostante la nostra Costituzione lo vieti; o relative all’esistenza di un esecutivo che sta facendo arretrare spaventosamente il Paese in tutti i settori

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