Anche gli hezbollah dal Libano colpiscono Israele. Solidarietà in senso inverso dal “mondo libero”, mai alla Palestina occupata da decenni in barba al diritto internazionale.

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Anche gli hezbollah dal Libano colpiscono Israele. Solidarietà in senso inverso dal “mondo libero”, mai alla Palestina occupata da decenni in barba al diritto internazionale.

Manuel M Buccarella

Continua l’ invio di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele. Stamattina si sono aggiunti anche dal Libano colpi di mortaio esplosi dal gruppo degli Hezbollah. Non si è fermata la risposta armata di Israele, che prende di mira con bombardamenti aerei la città di Gaza. I morti sarebbero secondo stime almeno trecento. Colpiti anche due ospedali gestiti da Medici senza frontiere, con due morti nel personale.

Intanto da fonti ufficiose si è appreso che gli israeliani presi prigionieri a Gaza sono un centinaio e non 52 come era stato riferito ieri, tra loro anche donne e ufficiali di alto rango.

Nelle ultime ore sono stati i colpi di mortaio sparati da militanti di Hezbollah dal Libano verso Israele che ha risposto con l’artiglieria. Il movimento sciita ha poi detto di aver sparato quei colpi in solidarietà con i palestinesi.

Perché quello palestinese non è semplice “terrorismo”.

I media occidentali e le cancellerie dei “paesi liberi” etichettano le azioni palestinesi in corso da ieri mattina come semplice “terrorismo” e come azioni condotte esclusivamente dal gruppo terrorista di Hamas. Ma non è così.

Hamas è certamente la formazione più importante presente nella Striscia, ma l’ azione è frutto di una collaborazione con altre più piccole organizzazioni, non necessariamente di stampo islamico, ma anche di sinistra. Formazioni che rappresentano a vario titolo le istanze del popolo palestinese oppresso da decenni da Israele, con la connivenza colpevole degli Stati Uniti, dell’ Unione Europea, almeno in parte, e con l’ impotenza delle Nazioni Unite. Questo popolo ha diritto all’autodeterminazione, a liberarsi dall’ oppressione del “democratico” Stato d’Israele.

Vedremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni quanto accadrà. C’è da augurarsi che i palestinesi possano avere una terra tutta loro senza alcuna condizione.

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