11 settembre, riprende la scuola.

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11 settembre, riprende la scuola.

Manuel M Buccarella

11 settembre : suona la campanella per circa 7 milioni di studenti in Italia. I problemi restano tanti, nonostante impegno e buona volontà degli operatori.

Nonostante l’Italia sia la terra di Dante e di tantissimi altri letterati, scienziati e chi più ne ha più ne metta, è un fatto che negli ultimi decenni a nessun governo, di qualsiasi colore, sono realmente interessate le sorti della scuola e della ricerca, fanalino di coda degli interventi finanziari pubblici. Anche il Pnrr destina, secondo le opzioni esercitate dal governo Draghi, appena il 16% delle risorse complessive ad istruzione e ricerca, quasi Cenerentola delle 6 Missioni del Piano, mentre il top viene riservato alla Digitalizzazione della P.A., dove forse c’è più trippa per gatti. Così, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia oggi si apre con i problemi di sempre, con diverse problematiche relative all’edilizia scolastica, con classi pollaio e carenza di personale docente, soprattutto di ruolo e con la mai sopita voglia di chiudere gli istituti scolastici previo accorpamento per risparmiare ancora altri denari. Sicché nascono istituti scolastici monstre, enormi che mettono in difficoltà dirigenti ed insegnanti, per cui è sempre più difficile gestire la macchina.

Forse qualcosa si muove in ambito scolastico ma è ancora troppo poco: troppo precariato e carenze di organico soprattutto, denuncia il governo, in tema di insegnanti di sostegno, che si vorrebbe conservare per tutto il corso di studi dello studente accompagnato, anche per ovviare alla denunciata penuria di personale.

La scuola italiana avrebbe bisogno probabilmente di una intensa riforma, che consenta la valorizzazione da un lato dell’ attività degli insegnanti, dall’ altro di quella dei ragazzi, secondo percorsi di approfondimento sulla falsariga della scuola francese, una scuola completa, dalle 9 alle 18, che comporti il completamento della giornata con compiti annessi e con la collaborazione dei docenti. Questo ovviamente con la giusta retribuzione, che porti gli stipendi degli insegnanti italiani a livelli europei. In fondo all’ Italia ed alla sua cultura non manca nulla.

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