SEMPRE PIU’ A RISCHIO LA PACE NEL MONDO

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SEMPRE PIU’ A RISCHIO LA PACE NEL MONDO
DALL’ESERCITAZIONE NATO IN GERMANIA ALL’ULTIMO ANNUNCIO DI PUTIN, AUMENTANO I MOTIVI PER ESSERE MOLTO PREOCCUPATI

Luciano Graziuso

I cieli della Germania, dallo scorso 12 giugno, stanno ospitando la più grande esercitazione militare che la NATO abbia mai organizzato: l’ “Air Defender 23” ha infatti riunito ben 250 aerei militari provenienti da 25 paesi membri dell’organizzazione e da altri stati partner, come Svezia e Giappone, per “dare un forte messaggio alla Russia”.

Il presidente Putin, dal canto suo, ha affermato giusto ieri che a breve saranno pronti per il dispiegamento i missili nucleari Sarmat, lasciando intendere che in caso di pericolo potrebbero purtroppo essere anche utilizzati: “La Russia continuerà a sviluppare la sua triade nucleare, che è la principale garanzia della sicurezza”.

La nostra premier, nel frattempo, non ha purtroppo contribuito a gettare acqua sul fuoco, ribadendo per l’ennesima volta (durante un incontro con la presidente del Parlamento europeo) “fermo e incondizionato sostegno a Kiev”. Nemmeno il presidente tedesco Scholz ha mostrato la minima intenzione di calmare gli animi, assicurando durante una conferenza stampa tenutasi a Chemnitz “sostegno all’Ucraina da parte di tutti i tedeschi” (venendo però inesorabilmente smentito dagli ultimi sondaggi, secondo i quali il suo popolo non solo è tra i più scettici riguardo all’aiuto militare, ma è anche contrario al mantenimento delle sanzioni contro la Russia). Anche il presidente degli Stati Uniti, Biden, ha fatto come al solito ampiamente la sua parte, con delle a dir poco avventate dichiarazioni rilasciate in seguito ad un incontro del Segretario di Stato Usa Blinken col parigrado cinese Qin Gang: sembrava che tra i diplomatici fosse andato tutto bene, cosa che avevano capito anche i nostri giornali parlando di questo colloquio in termini positivi, ma in seguito il presidente USA ha definito Xi Jinping “un dittatore in gravissime difficoltà economiche”, scatenando ovviamente le proteste dell’ambasciatore cinese in America e non solo; degno di nota (ci sembra) il notevole ”peso” provocatorio delle parole di Biden, se pensiamo che pochi giorni fa gli Usa erano sull’orlo del default, che la maggior parte del debito americano è detenuto proprio dalla Cina e che, se si deve parlare di un’economia in difficoltà, quest’ultima è senza ombra di dubbio quella dei nostri alleati d’Oltreoceano.

Molte analisi della difficile situazione internazionale parlano di riposizionamento dei “giganti” economici come Usa, Ue, Gb nel mondo; di ascesa di Paesi finora considerati “secondari” nelle dinamiche planetarie, se non ininfluenti rispetto al dominio occidentale. Gli Usa continuano a comportarsi come se non fosse intervenuto nessun cambiamento nei rapporti di forza tra le diverse aree del mondo e a credersi il baricentro assoluto di ogni questione, non svestendosi della solita prosopopea suprematista così “antipatica” a molti popoli del pianeta. E’ indubbio, per molti storici puri così come per economisti non “allineati”, che invece le cose non stiano proprio come gli States pensano, ma che nuove aree del mondo, dall’Asia, soprattutto, alla stessa Africa e alla Russia, sempre più si stiano rivelando “rivali” potenti e con buone possibilità di successo nel ribaltare gli equilibri atlantisti e occidentalisti fin qui dominanti. Anche, se non soprattutto, è così che si può spiegare il pesante intervento americano e NATO in un conflitto che sarebbe stato considerato “locale” in un altro momento storico (infatti l’Ucraina non fa nemmeno parte né della Nato, né dell’UE).

Quello che è un obiettivo statunitense, cioè creare una spaccatura tra l’Europa, da una parte, e la Russia, la Cina e l’Est asiatico dall’altra, è però gravemente controproducente per noi del Vecchio continente a tutti i livelli, primo fra tutti quello economico; ciò nonostante, nessun leader dell’UE sembra rendersi conto di andare contro i propri interessi e chiede al proprio popolo moltissimi sacrifici per sostenere il conflitto russo-ucraino, appoggiando una sola delle due parti in causa. Inspiegabile è questa genuflessione agli interessi americani, che purtroppo sa tanto di suicidio storico-politico; peccato che i cittadini europei per la gran parte siano contrari all’atteggiamento ed alle politiche delle proprie elites, e viceversa siano d’accordo, per esempio, con i leaders che si schierano apertamente e coraggiosamente per la ricerca di ogni mezzo che possa far giungere alla pace, come il presidente del Brasile Lula, che recentemente ha dichiarato che bisogna “convincere Putin e Zelensky che serve la pace”. Per quanto riguarda il nostro Paese, permane la solita “usanza” di silenziare il più possibile chi parla di accordo, dialogo, ecc (il Papa) ed attaccare pesantemente, se non proprio insultare o deridere, chi fa notare i terribili rischi che corriamo e la sempre più vicina minaccia di una terza guerra mondiale, che forse purtroppo sarebbe l’ultima (Di Battista, Travaglio, Orsini ecc).

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