Luciano Graziuso
LE VOCI INASCOLTATE DEGLI AMBIENTALISTI
Quanto accaduto recentemente in Emilia – Romagna non meraviglia sicuramente gli ambientalisti, che da decenni andavano invano lanciando allarmi, puntualmente caduti nel vuoto, sul dissesto idrogeologico del nostro Paese; l’Italia per loro è come una bella donna dal corpo meraviglioso ma fragile, delicato. Come “vox clamantis in deserto”, la consapevolezza della gravità della situazione rimaneva del tutto inascoltata proprio da parte di coloro che erano e sono preposti alla cura del territorio, che erano e sono pagati lautamente per questo, che hanno assistito “allegramente” al costruttivismo forsennato e magari l’hanno pure incoraggiato per lucrarci sopra.
I famosi “cambiamenti climatici”, la “tropicalizzazione” del territorio italiano non viene dal nulla, non è un evento imponderabile, che non si poteva prevedere, ma ha delle cause ben precise, delle colpe ben individuabili, che alcuni cittadini (anche numerosi, ma del tutto inascoltati) avevano previsto e drammaticamente temuto. Eppure, tuttora, ancora oggi una parte della politica osa attribuire agli ecologisti la colpa dei dissesti ambientali: “Davanti a disastri come in Emilia-Romagna non resta che resistere e adattarsi (…). Come? Isolando l’eterno partito del no dei burocrati e ambientalisti” (“Il Foglio”).
LE RESPONSABILITA’
Il consumo di suolo nella nostra Penisola era da tempo intollerabile, compulsivo, ma ogni governo che si succedeva al precedente, oltre a non far nulla per fermare le terribili conseguenze di tale fenomeno che ora è sotto gli occhi di tutti, non faceva altro che cancellare i timidi “provvedimenti” dei predecessori per proporne altri, i propri. Gli eventi estremi che purtroppo dobbiamo registrare oggi non sono dovuti solo a questo fenomeno, ma all’inquinamento dell’aria, delle acque, ecc; eppure nessuno nomina questa parola, “inquinamento”, preferendo caricare di responsabilità qualcosa di imprecisato. E’ interessante notare come l’esecutivo in carica ha tagliato le risorse alla difesa del territorio, sottraendo il 40% dei fondi al Bacino del Po , 4 milioni di euro all’Autorità antidissesto e indebolendo l’ente per la sicurezza idrogeologica nel Nord; del resto, tutto torna e tutto ciò è in sintonia col Foglio, che si scaglia contro gli ambientalisti.
Condivido l’articolo … il nostro bel Paese è ormai sulla via del disastro.