Incomprensibile provvedimento a seguito di sentenza dell’Altra Corte di Slovenia
Per i boschi di Pokljuka e Mozirje lo stato sloveno risarcisce la Chiesa cattolica con 22,6 milioni di euro. Pendenti ulteriori ricorsi.
La Jugoslavia socialista di Tito aveva nazionalizzato i boschi di proprietà della Chiesa cattolica e di altri privati, espropriando i proprietari. Un comportamento in linea con i dettami del socialismo, al fine di consentire alla collettività la fruizione di beni di tale importanza. La Chiesa cattolica ha avviato 31 anni fa, dopo lo scioglimento della Jugoslavia, un lungo contenzioso finalizzato alla restituzione, previa denazionalizzazione, dei boschi espropriati da Tito.
Oggi lo Stato ha completato la restituzione alla Chiesa cattolica dell’intero patrimonio boschivo nazionalizzato da Tito. Relativamente alla denazionalizzazione dei boschi di Pokljuka e di Mozirje l’Alta corte della Slovenia (Cassazione in Italia), ha condannato lo Stato nel 2019 a versare all’arcidiocesi di Lubiana 22 milioni di euro Di questi 13,3 milioni costituiscono il risarcimento, il resto sono gli interessi di mora maturati nel corso di un procedimento giudiziario durato 27 anni.
Con la denazionalizzazione, la proprietà delle foreste è cambiata in modo significativo nel Paese. Nel 2019 circa 36.000 ettari, pari al tre per cento di tutto il patrimonio boschivo, sono stati restituiti alle istituzioni ecclesiali. Nel 1990 lo Stato possedeva il 37,6 per cento delle foreste, oggi solo circa un quinto. I comuni possiedono il quattro percento delle foreste, il 73 percento è di altri proprietari.
