Il GENOCIDIO DIMENTICATO: 38.000 MORTI, 2 MILIONI DI SFOLLATI E 90.000 FERITI.PASSA QUASI INOSSERVATO ORMAI IL CONTINUO MASSACRO DI PALESTINESI NELLA STRISCIA.

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Il GENOCIDIO DIMENTICATO: 38.000 MORTI, 2 MILIONI DI SFOLLATI E 90.000 FERITI.PASSA QUASI INOSSERVATO ORMAI IL CONTINUO MASSACRO DI PALESTINESI NELLA STRISCIA.

Luciano Graziuso

E’ di oggi la notizia di un attentato compiuto in un centro commerciale della Galilea, che ha causato un morto ed un ferito, da un arabo israeliano, il quale è stato freddato subito.

Per quanto si tratti di un episodio esecrabile, è estremamente grave il fatto che lo si metta in evidenza quando è da tanto tempo che il continuo massacro di migliaia e migliaia di gazawi nella Striscia passa quasi sotto silenzio da parte dei media italiani. Anche la premier Meloni, “donna, madre e cristiana”, non ha ancora speso una parola non solo per i 38.000 morti causati dall’IDF, ma nemmeno per gli oltre 20.000 bambini massacrati ed i circa 4.000 che si stima siano ancora sotto le macerie a costituire humus per i vermi; e ancora supporta politicamente e aiuta militarmente lo stato sionista, rendendoci di fatto complici di un genocidio. Colpisce questa irricevibile asimmetria del sistema di comunicazione nostrano, che non perde occasione per cercare di porre sullo stesso piano due situazioni completamente diverse, ponendo sempre Israele sul piano dell’aggredito prima che esso si “vendichi” poi sull’aggressore. E’ lo stesso “gioco” che fa iniziare la terribile tragedia di questi due popoli del Medio Oriente il 7 ottobre del 2023, quando invece tutti sappiamo bene che le radici del conflitto sono molto più antiche e risalgono, per non andare ancora più indietro, al 1948, quando fu creato lo Stato di Israele e con esso iniziò la violenza dell’occupazione con la forza dei territori palestinesi. Da quella data in poi, i sionisti non hanno mai rispettato nessuna delle tantissime risoluzioni emanate dall’ONU, dalle quali si evince molto spesso il livello di odio e di crudeltà raggiunto dal giovane stato ebraico. Nonostante su tale questione ci siano state e ci siano tuttora soprattutto operazioni di insabbiamento della verità storica, si può constatare come la maggior parte delle persone, anche nel nostro Paese, si sia schierata dalla parte della Palestina e reclami a gran voce la creazione di uno stato palestinese, davanti alle azioni dell’esercito israeliano che hanno tutti i connotati del genocidio: bombardamenti, carri armati, missili e altri strumenti di morte utilizzati contro una popolazione civile inerme e soprattutto contro bambini, donne, medici e operatori umanitari, perchè offrono aiuto, e perfino giornalisti, dal momento che possono fare arrivare nei luoghi più sperduti del mondo le terrificanti immagini delle carneficine. Se tutte le TV mostrassero ciò che avviene realmente in quel lembo di terra (uccisioni a sangue freddo anche di bambini, amputazioni senza anestesia ecc), come fa per esempio “Eye on Palestine” su Instagram, siamo convinti che l’opinione pubblica sarebbe quasi al 100% dalla parte di Gaza.

La notizia che ieri è riuscita a bucare la cortina di ferro filosionista, cioè il fatto che i 50 detenuti di Gaza rilasciati da Israele siano stati brutalmente torturati, non è che la conferma di quanto già si sapeva, e cioè che nelle carceri israeliane la tortura dei prigionieri è purtroppo una pratica comune e quotidiana, purtroppo esercitata anche sui bambini. Del resto, se gli occhi dei nostri connazionali e di chiunque volesse accertarsi personalmente di ciò che sta accadendo sull’altra sponda del Mediterraneo non si lasciassero offuscare dalle fake-news di cui purtroppo sono pieni tg e giornali, vedrebbero chiaramente la differenza tra le condizioni degli ostaggi israeliani rilasciati dalla resistenza palestinese, abbastanza buone tenendo conto delle terribili condizioni di “vita” a Gaza (mancanza d’acqua, di cibo, di cure mediche, ospedali, trasporti, continui bombardamenti, deportazioni, costrizione alla fuga verso …il nulla) e quelle dei prigionieri palestinesi liberati dalla “più grande democrazia del Medio Oriente” (umiliati, a volte sanguinanti, malconci, feriti, ecc). E che Israele sia una “grande democrazia” è testimoniato anche dal fatto che in particolare negli ultimi tempi, ma anche prima, la politica di Netanyahu incontra fortissime critiche e grande opposizione da parte del popolo, specialmente dai parenti degli ostaggi ancora in mano di Hamas, ma nessuno ascolta queste voci dissidenti, anzi il governo manda le forze dell’ordine a picchiare e arrestare i manifestanti, condotti massicciamente in carcere. Ovviamente nessun media a Occidente pone mai l’accento su questi eventi che farebbero deflagrare la cieca convinzione che Israele sia comunque una democrazia che rispetta i diritti dei cittadini, mentre viceversa le organizzazioni politiche arabe sono tremende dittature.

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