Nicola Conte. “Umoja” è ricerca musicale allo stato puro (Ascoltiamo “Life Forces”)

0comments 1.95 mins read
Nicola Conte. “Umoja” è ricerca musicale allo stato puro (Ascoltiamo “Life Forces”)

Manuel M Buccarella

Il dj e compositore barese Nicola Conte ha pubblicato nello scorso mese di luglio con la label londinese Far Out Records l’ album “Umoja”, che in lingua swahili significa “Unità”.

Va subito detto che il disco è bellissimo! È un album dove c’è tantissimo spazio per il jazz e la bossa nova, che talvolta vivono separatamente, talaltra si incontrano. Il Brasile ha avuto sempre un ruolo importante nella musica in generale come pure nella creazione di solidi legami con la musica jazz, parimenti raffinata. Anche il movimento acid jazz si è preoccupato di creare e sviluppare ponti tra bossa nova e jazz (possiamo parafrasare a tal fine anche il titolo dell’ album “Bossa Très … Jazz”, prima edizione 1999) e Nicola Conte lo fa egregiamente da anni, tanto da essersi meritato collaborazioni e riconoscimenti anche a livello internazionale.

In questo disco solo raramente l’autore indugia in una forma di acid jazz commerciale, come nell’avvio “Arise”, con la voce di Zara McFarlane, che a mio avviso rappresenta la parte meno riuscita dell’album. Ma basta poco perchè l’album raggiunga grande cifra jazzistica, come già nella terza traccia “Life Forces”, sempre con la voce della McFarlane, grazie soprattutto all’impareggiabile apporto del sax.

Con “Umoja” siamo testimoni di un’opera che unisce abilmente jazz, bossa nova, soul e ritmi africani in un viaggio sonoro coinvolgente. Proprio la title track mostra l’abilità di Conte nel fondere elementi di jazz, soul e ritmi africani. Il brano è di grandissima qualità tecnica e l’impatto è incredibile. Sembra di incontrare il meglio della bossa ed il miglior jazz modale. Le tastiere ricordano quelle del compianto, grande Lyle Mays. E’ un’apoteosi!
Le tracce dell’album si distinguono dunque per la ricercatezza melodica e la maestria nell’arrangiamento. “Into The Light Of Love” con la voce intensa di Myles Sanko è un funk raffinato più danzereccio ma non per questo meno valido. Qui siamo nella migliore musica afroamericana, sublimata dagli arrangiamenti e dall’ineffabile tecnica dei musicisti. Ci pare di ascoltare in questo brano qualcosa di Jamiroquai.

L’intero album è stato registrato direttamente su nastro analogico in due sole riprese per traccia.Conte spiega che cercava un sentimento genuino, spontaneo e quasi improvvisato durante le sessioni di registrazione. Anche le poche sovraincisioni sono state trasferite su nastro per preservare il calore e il colore del suono analogico.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *