TOTI, EMILIANO E DECARO: IL PUNTO SULLA SITUAZIONELA REALTA’ DEI FATTI E LE REAZIONI DI STAMPA E POLITICI

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TOTI, EMILIANO E DECARO: IL PUNTO SULLA SITUAZIONELA REALTA’ DEI FATTI E LE REAZIONI DI STAMPA E POLITICI

LUCIANO GRAZIUSO

Giorno dopo giorno, si fa sempre più grande lo scandalo che vede coinvolto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria dal 2015 con il centrodestra: arrestato martedì mattina dalla Guardia di Finanza e sottoposto ai domiciliari, è accusato dalla Procura di Genova di corruzione (elettorale, per esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio). Ancora più grave è la posizione di Matteo Cozzani, suo capo di gabinetto: avrebbe promesso, secondo l’accusa, posti di lavoro in cambio di pacchetti di voti di Cosa Nostra alle Regionali del 2020; tradotto, legami con la mafia. Quest’ultimo punto getta naturalmente tantissime ombre sulle scorse elezioni, allungando sulla Liguria lo spettro del voto mafioso, ma spiega benissimo, secondo gli inquirenti, il tanto straordinario quanto inatteso risultato raggiunto da Toti 4 anni fa (ottenne il 22%, surclassando anche partiti della sua coalizione ben più noti, su tutti FDI, FI e Lega).

Si è, ovviamente, sempre innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, ma l’impianto probatorio sembra essere molto forte, grazie anche a diverse intercettazioni raccolte, ed il fatto che il Governatore si sia avvalso della facoltà di non rispondere davanti al GIP non depone certo a suo favore. Sta di fatto che Toti, per l’assoluta gravità delle accuse a suo carico e soprattutto per il fatto che sia attualmente agli arresti domiciliari, secondo tantissime persone, politici dell’opposizione e non, dovrebbe avere il buon senso di dimettersi; a Genova si è formato addirittura un numeroso presidio sotto l’Ufficio della Regione con lo scopo di spingerlo verso questa decisione. L’atteggiamento di gran parte della stampa e dei politici della sua coalizione, invece, è risultato essere, nonostante tutto, ma come sempre, molto garantista: si è particolarmente spinto oltre il ministro Salvini che, oltre a difendere il Presidente ligure (“Toti fa bene a non dimettersi”), si è anche lasciato andare ad un attacco ai PM (“Se ci fossero microspie nei loro uffici, per quanto tempo continuerebbero a fare i magistrati?”). Anche il ministro Tajani non fa mancare il proprio appoggio a Toti, non entrando nel merito della questione, ma semplicemente affermando che “si poteva intervenire in un altro momento, o due mesi fa oppure dopo le elezioni” ed ovviamente definendosi “garantista”; dello stesso tenore le dichiarazioni di Donzelli (FDI) e di altri politici che hanno discusso la questione; lo stesso ministro della Giustizia, Nordio, ha subito dichiarato che nutre perplessità sui tempi.

Ricordiamo che per molto meno Meloni e altri del suo schieramento strillavano agli avversari politici di dimettersi, di lasciare immediatamente le cariche rivestite (ad es. il caso di Idem, che si dimise per un fatto risibile in confronto a questo di Toti, cioè il pagamento un po’ in ritardo di una tassa locale, e le continue, incessanti, isteriche richieste di dimissioni fondate sul nulla rivolte al premier Conte, il quale non aveva fatto assolutamente niente di illecito).Ciò che fa nascere non poche perplessità se non proprio contrarietà in molti cittadini è lo “strano” modo di trattare l’attuale vicenda da parte della destra nel nostro Paese, cioè l’immediato accostamento che quest’ultima ha effettuato tra fatti molto diversi tra loro, accostamento politicamente efficacissimo nel confondere le idee e portare acqua al mulino dei partiti ora al governo: l’equiparazione di Bari con quanto accaduto a Genova, infatti, solleva polveroni nei quali la stampa e i tg nostrani si affrettano a equiparare ciò che non è assolutamente equiparabile. Sollevare polveroni, gettarla in caciara è indubbiamente un’ “arte” in cui la destra italiana è maestra e rispetto alla quale ha dei “geni” ineguagliabili. Gli stessi Salvini e Tajani non hanno perso l’occasione di nominare sempre Bari ogni qualvolta si parlava dello scandalo genovese, quando invece Emiliano e Decaro, pur essendo accusati di cose molto meno gravi, non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, come invece “sorprendentemente” hanno fatto nelle ultime ore sia Spinelli che lo stesso Toti.

Le persone in questo modo non capiscono nulla e alla fine “sono tutti uguali”, “tutti colpevoli, nessuno colpevole”. Dove sta lo scandalo???

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One thought on “TOTI, EMILIANO E DECARO: IL PUNTO SULLA SITUAZIONELA REALTA’ DEI FATTI E LE REAZIONI DI STAMPA E POLITICI

  1. La differenza tra gli amministratori di centro-destra e di centro-sinistra sta tutta qui: se si pesca il marcio tra i primi si trova sempre, proprio sempre; se si pesca tra i secondi, di tanto in tanto (purtroppo…).

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