I casi Navalny e Assange: il primo un uomo schiavo di un’autocrazia, il secondo di una falsa democrazia (il c.d. mondo libero)

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I casi Navalny e Assange: il primo un uomo schiavo di un’autocrazia, il secondo di una falsa democrazia (il c.d. mondo libero)

Manuel M Buccarella

Ha fatto il giro del mondo la notizia della morte in carcere di Alexey Navalny, 47enne dissidente russo morto negli scorsi giorni in una colonia penale dell’Artico siberiano. Dopo cinque giorni la salma del dissidente non è stata ancora consegnata alla famiglia, alimentando ulteriormente l’alone di mistero sulle cause del decesso.

La madre di Navalny parla all’aperto, sotto la neve, davanti alla colonia penale IK-3, dove il figlio è morto il 16 febbraio. “Per il quinto giorno non lo vedo, non mi danno il suo corpo e non mi dicono nemmeno dove si trova”, afferma la donna. “Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin – prosegue il messaggio – la soluzione del problema dipende solo da lei. Mi faccia finalmente vedere mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexei venga immediatamente consegnato in modo che io possa seppellirlo umanamente”.

Ma chi era davvero Navalny? Iniziò con posizioni di estrema destra per poi diventare “liberale” e creare un partito anti – corruzione che non ebbe grande seguito sia per colpa delle autoritá costituite che per personali demeriti dell’interessato. Fu uno degli organizzatori della “Russian march”, una parata xenofoba di stampo neonazista con saluti romani, svastiche e croci celtiche in cui si celebrava il Terzo Reich nonchè un sostenitore del movimento anti immigrazione russo.

Dopo la parentesi xenofoba e di estrema destra, più che leader politico Navalny è stato un attivista, che incentrò la propria attività nel denunciare, stavolta con un certo successo e con l’ostilità delle autorità, la corruzione degli oligarchi e dei principali politici russi. Va da sé che Navalny, avvocato e uomo d’affari, è stato condannato a tre anni di corruzione per aver danneggiato Yves Rocher ,queste almeno le accuse.

Insomma, pur riconoscendo la persecuzione adottata negli anni nei confronti dell’uomo, la sensazione è che il “mondo libero” avrebbe forse potuto eleggere un personaggio più autorevole quale proprio paladino in Russia.

Julian Assange

E mentre il “mondo libero ” ricorda Alexey Navalny quale possibile vittima del regime di Putin, dimentica in qualche modo una sua vittima: Julian Assange.

Oggi dinanzi all’Alta Corte di Londra è stato incardinato l’ultimo appello del fondatore di WikiLeaks Julian Assange contro l’estradizione negli Stati Uniti, dove è imputato nel processo per la pubblicazione di file militari e diplomatici segreti.
Washington vuole che il cittadino australiano di 52 anni sia estradato dopo essere stato accusato più volte tra il 2018 e il 2020 in relazione alla pubblicazione da parte di WikiLeaks, nel 2010, di file relativi alle guerre guidate dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan. La lunga saga legale nei tribunali britannici ora si avvicina alla conclusione, dopo che Assange ha perso nei giudizi degli ultimi anni.

Se l’appello, che inizierà alle 10,30 ora locale, dovesse essere accolto, Assange avrà un’altra possibilità di discutere il suo caso in un tribunale di Londra, con una data fissata per un’udienza completa. In caso contrario, il fondatore di WikiLeaks avrà esaurito tutti gli appelli del Regno Unito e sarà avviata la procedura di estradizione, anche se il suo team ha annunciato che farà ricorso ai tribunali europei. La moglie Stella ha detto che chiederà alla Corte europea dei diritti dell’uomo di fermare temporaneamente l’estradizione, se necessario, avvertendo che morirebbe se inviato negli Stati Uniti.

Il giornalista rischia fino a 135 anni di galera negli States in caso di condanna. Gli Stati Uniti infatti gli contestano la rivelazione del segreto e l’attività di intelligenza con il nemico, ben difficili da riscontrare e comunque sanzionati assai pesantemente Oltreoceano.

Insomma un cittadino occidentale, un giornalista che ha fatto luce su gravissimi delitti di guerra e contro l’umanitá rischia per ciò solo la vita. Nel democratico occidente…

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