Eugenio Montale

0comments 1.815 mins read
Eugenio Montale

“La vita deve essere vissuta, non pensata, perché la vita pensata nega se stessa e si mostra come un guscio vuoto. Bisogna mettere qualche cosa dentro questo guscio, non importa che cosa“ .

“L’uomo d’oggi ha ereditato un sistema nervoso che non sopporta le attuali condizioni di vita. In attesa che si formi l’uomo di domani, l’uomo d’oggi reagisce alle mutate condizioni non opponendosi agli urti bensì facendo massa, massificandosi.“

Oggi, 12 settembre, ricorrono 42 anni dalla morte di Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981) poeta, traduttore, scrittore, filosofo, giornalista, critico letterario, critico musicale e politico italiano. Insignito nel 1975 del Premio Nobel per la Letteratura, è uno dei massimi poeti italiani del Novecento.

Già dalla prima raccolta “Ossi di seppia” (1925) fissò i termini di una poetica del negativo in cui il “male di vivere” si esprime attraverso la corrosione dell’Io lirico tradizionale e del suo linguaggio. Questa poetica viene approfondita nelle “Occasioni” (1939), dove alla riflessione sul male di vivere subentra una ‘poetica dell’oggetto’: il poeta concentra la sua attenzione su oggetti e immagini nitide e ben definite che spesso provengono dal ricordo, tanto da presentarsi come rivelazioni momentanee destinate a svanire.

Dopo la raccolta “La bufera e altro” (1956) che raccoglie le poche poesie degli anni della guerra (bufera) e quelli immediatamente successivi, per un decennio non scrive quasi nulla.

Nel 1964 muore la moglie e ciò dà avvio a una nuova fase di poesia, dunque a nuovi temi e stile: “Satura” (1971), “Diario del ’71 e del ’72” (1973) e “Quaderno di quattro anni” (1977).

Nel 1967 viene nominato senatore a vita. Il rapporto tra l’uomo ed il mondo è per lui contraddittorio, esprimente una prevalente inadeguatezza dell’essere umano. L’approccio è sostanzialmente pessimistico: l’esistenza riserva solo pochi momenti di felicità, che Montale definisce miracoli. La poetica si incentra sui simboli e sul correlato simbolismo. In “Ossi di seppia” il muro è il simbolo negativo di uno stato di chiusura e oppressione, mentre i simboli positivi che alludono alle possibilità di evasione, di fuga e di libertà, sono l’anello che non tiene, il varco, la maglia rotta nella rete.

Nelle raccolte successive il panorama culturale, sentimentale e ideologico cambia, e quindi risulta nuova anche la simbologia.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni mese.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *