CONTINUA LA GUERRA DEL GOVERNO AI POVERI

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CONTINUA LA GUERRA DEL GOVERNO AI POVERI
DOPO LO STOP AL RDC, IL RINVIO DI DUE MESI DELLA DISCUSSIONE SUL SALARIO MINIMO

Luciano Graziuso

Neanche una settimana dopo la cancellazione del RDC, provvedimento che metterà sul lastrico milioni di famiglie già poverissime, l’esecutivo decide pure di far slittare al 29 settembre la discussione sul salario minimo proposto dalle opposizioni; in realtà si tratta addirittura di un rinvio a gennaio, poiché durante il periodo della sessione di bilancio non è possibile votare leggi di spesa. E intanto la gente muore di fame… Il governo continua dunque imperterrito ad attuare la sua infame strategia, cioè di affermare a parole che è aperto al dialogo, salvo poi erigere muri robustissimi ed invalicabili nei fatti concreti.

Farebbero ridere, se non ci fosse da piangere, le dichiarazioni del Ministro del Lavoro Calderone, pronunciate ieri in aula: “Questo governo sostiene i più fragili”… “Non c’è nessun disagio sociale”…  “Qualcuno soffia sul fuoco” ; insomma, secondo la ministra va tutto bene, è l’opposizione anzi che inventa problemi inesistenti per attaccare la maggioranza. In tutto questo, la premier Meloni non solo non ha il coraggio di parlare in Parlamento, scaricando sempre su altri (Fitto, Calderone, ecc) le patate bollenti, ma non vi si presenta nemmeno: la deputata Chiara Appendino, infatti, con una battuta comunque vicinissima alla realtà dei fatti, ha affermato che “deve aver smarrito la strada per Montecitorio”…

In tutto questo, rattrista molto il fatto che un numero non esiguo di persone, invece di prendersela contro quelli che ricevono vitalizi, guadagnano (nella peggiore delle ipotesi) 13000 euro di stipendio mensile e chi più ne ha più ne metta, si scagliano con odio ed a volte anche in termini molto offensivi contro coloro che percepivano il reddito, chiamati talvolta addirittura “parassiti”, “drogati” e “spacciatori”.

Questa assurda e dannosa guerra che hanno intrapreso nei confronti di chi sta molto peggio di loro è stata resa possibile dalla stragrande maggioranza dei partiti e dei giornali, che hanno mentito ai cittadini per anni e anni additando i percettori del RDC come la causa principale dei loro mali e dello sfascio dell’Italia. A conti fatti, però, i dati reali evidenziano non solo che tagliando il reddito si risparmierà una cifra molto esigua (di gran lunga inferiore a quella che si sarebbe avuta a disposizione non ripristinando i vitalizi, non aumentando lo stipendio dei capigruppo parlamentari e magari togliendo qualche altro assurdo privilegio a chi ci governa), ma soprattutto che i soldi “persi” dallo stato a causa dei “furbetti del reddito” sono molti di meno di quelli elargiti ai falsi invalidi. Di questi ultimi però i vari quotidiani ed i politici non parlavano, poiché il loro unico obiettivo era solamente quello di convincere più gente possibile che la rovina dei cittadini e del nostro Paese fosse ciò che alla fine si è rivelato uno dei migliori strumenti di civiltà mai creato.

I mass media continuano imperterriti ancora adesso a perseguire il loro piano di mettere in cattiva luce coloro che beneficiavano del reddito: le TV che fingono di occuparsi di raccogliere le voci del dissenso danno parola quasi esclusivamente ad immigrati, a gente che ha poca dimestichezza con l’italiano e/o con un aspetto poco rassicurante, per “aiutare” le persone povere ma un po’ più ricche di loro a fare di tutta l’erba un fascio ed a perseverare nelle proprie convinzioni errate, consistenti nel credere che il RDC andava solamente a “divanisti”, “fannulloni”, “ignoranti”, “incapaci” e “approfittatori”, quando la realtà è semplicemente un’altra e incontrovertibile: il miliardo e poco più “speso” per il reddito entrava direttamente nel Pil del Paese, nell’economia della produttività, perché immediatamente speso per beni di prima necessità. Autogol.

ALTRE QUESTIONI IMPORTANTI

Tra le tantissime altre cose che non vanno, o perlomeno “strane”, la crescita italiana, che, stimata precedentemente a +1.8, è scesa “a sorpresa” a -0.3, addirittura in passivo… La Schlein ha invitato la Meloni a “venire in aula” per “riferire qualcosa sull’accaduto”, ma, a giudicare dai dati delle presenze accumulate finora dalla premier in Parlamento, se semplicemente ci andrà, la segretaria del PD potrà già ritenersi fortunata.

Fitto da parte sua ha provveduto a “tagliare” ben 16 miliardi di euro dal PNRR, senza assolutamente spiegare bene perché, la qual cosa significa che non saranno effettuati moltissimi interventi particolarmente necessari se non indispensabili per affrontare e limitare la piaga del dissesto idrogeologico del nostro territorio; che cantieri già aperti e in funzione rimarranno senza finanziamenti e non si sa che fine faranno; che opere irrinunciabili e vitali per la nazione e i cittadini saranno semplicemente cancellate. A sentire il ministro, non sarà così e basta dirlo, senza fornire alcun ragguaglio rispetto al “come” ciò avverrà. Tanto a questo esecutivo nessun giornalista fa mai domande “scomode” e di conseguenza esso non dovrà mai rendere conto di niente a nessuno, tanto meno ai cittadini, basiti da tutta la tracotanza dimostrata, né alle Regioni, che hanno già chiesto lumi su cosa succederà delle iniziative avviate e mai avranno risposte in proposito. Con buona pace della tanto decantata “democrazia” italiana.

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One thought on “CONTINUA LA GUERRA DEL GOVERNO AI POVERI

  1. Articolo molto interessante, utile per comprendere le trame non tanto oscure di un esecutivo la cui “linea politica” è chiara nella sua pervasività: distruggere ogni residua “eredità” di welfare in questo disgraziato Paese, favorire I ricchi, i padroncini e i grossi padroni, impoverire ancora di più il Sud. L’ODIO verso il Mezzogiorno si esprime senza riserve, purtroppo. E i pochi ministri e politici meridionali della “maggioranza” si dimostrano sempre più servi della leader Meloni, del nordista sfegatato Salvini e del loro miserabile “particulare” interesse, come Guicciardini diceva efficacemente. Solo vergogna.

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