I risultati di uno studio condotto dalla Linkoping University, Svezia.
ma.bu.
Chi occupa posizioni di vertice in un’azienda o in una pubblica amministrazione con lauti e talvolta lautissimi stipendi è più intelligente rispetto a “chi sta sotto” oppure può aver conquistato tale posizione per questione di fortuna o per aver sfruttato le giuste conoscenze?
I ricercatori dell’università svedese di Linkoping hanno svolto un’indagine, mettendo a confronto gli stipendi di amministratori delegati ed altri ruoli apicali e non con i punteggi di quoziente intellettivo ottenuti da quelle stesse persone alla leva militare intorno ai 18 e 19 anni. Si è scoperto che la proporzionalità tra la paga (che cresce insieme al quoziente intellettivo) ed il Q.I. opera fino ad un certo punto. Sopra i 60mila euro di reddito annuo, un Q.I. maggiore incide poco. Inoltre, quando viene considerato il quoziente intellettivo dell’1% delle persone più pagate, esso è un po’ più basso di quello delle persone pagate un po’ meno.
Cos’è il QI
Il quoziente intellettivo è un punteggio, ottenuto attraverso la somministrazione di un test, quale espressione della quantità e soprattutto qualità dell’ intelligenza di una persona.
Vi sono peraltro diversi tipi di intelligenza. Una tipica distinzione tra tipi di intelligenza è quella tra intelligenza verbale e intelligenza quantitativa, ma ve ne sono altri tipi, come l’intelligenza spaziale, quella meccanica, quella sociale, ecc. Quando le analisi statistiche mostrano che vi è una generale correlazione tra vari tipi di test, si tende a concludere che esiste una intelligenza generale (detta fattore g), mentre se test diversi danno risultati diversi con la stessa persona, si tende ad assumere l’esistenza di componenti distinte dell’intelligenza.