Manuel M Buccarella
Il 25 aprile si è festeggiato solo due giorni fa all’ insegna delle polemiche, soprattutto all’ indirizzo di alcuni esponenti dell’ attuale governo di centrodestra, polemiche non ancora sopite. Ne approfittiamo allora, anche nel giorno in cui ricorre l’ anniversario della morte di un grande partigiano “di fatto”, Antonio Gramsci , per celebrare la lotta partigiana attraverso l’ arte di un grande italiano, pittore e partigiano comunista, il siciliano Renato Guttuso (1911-1987).
Guttuso dedica alla lotta partigiana un’ intera rassegna, dal nome Gott mit Uns (Dio è con noi), una serie di disegni e acquerelli realizzati nel biennio 1943-44 con inchiostri provenienti dalle tipografie clandestine. Il titolo rimanda al motto inciso sulla fibbia in acciaio delle uniformi dei soldati nazisti.
Per questa sua arte Guttuso sceglie un intenso cromatismo, tanto da dare forma a un’arte realista, fedele al vero.
Guttuso avverte la necessità di rendere visibile la violenza, il sangue, la crudeltà della guerra attraverso il ricorso a tecniche e stili che rimandano alle Avanguardie del primo Novecento (espressionismo e cubismo) e all’esperienza di Picasso.La brutalità dell’oppressione nazifascista si trasforma in grandi mani minacciose, a tratti animalesche, marchiate con la croce uncinata, in atto di sopprimere l’Italia macchiata dal sangue dell’eroismo partigiano. Guttuso sente fortemente la tematica rappresentata nelle sue opere: egli è infatti ufficiale di collegamento fra il comando romano delle Brigate Garibaldi e il fronte della Marsica ed è iscritto al Partito Comunista Italiano.
