Approvato il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Gravi rischi per le regioni meridionali . Arriva anche la bocciatura della Commissione Ue.

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Approvato il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. Gravi rischi per le regioni meridionali . Arriva anche la bocciatura della Commissione Ue. Ursula von der Leyen

ma.bu.

Il ddl Calderoli, approvato dalle Camere negli scorsi giorni, introduce nell’ ordinamento italiano l'”autonomia differenziata”.

La legge si compone di 11 articoli e definisce i principi generali e le procedure delle intese tra lo Stato e le Regioni per l’attribuzione, o le revoche, di ulteriori forme di autonomia (Applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione). Il testo stabilisce, tra l’altro, che l’attribuzione di funzioni riferibili ai diritti civili e sociali, garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che ancora però non sono stati individuati. Il negoziato per l’attribuzione di nuove funzioni, secondo il ddl Calderoli, viene proposto dalla Regione interessata al presidente del Consiglio e al ministro per gli Affari regionali.Il presidente del Consiglio può limitare l’oggetto del negoziato relegandolo ad alcune materie.

L’autonomia differenziata interesserà 23 materie, 3 esclusive dello Stato, ai sensi del secondo comma dell’articolo 117, e le altre 20 materie concorrenti non sono state introdotte dalla legge in discussione, ma nascono dal combinato disposto dell’articolo 116, terzo comma, e dell’articolo 117, secondo e terzo comma. Tra queste emergono Salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio Estero.

Il trasferimento delle materie sarà possibile solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Senza determinazione di Lep e loro finanziamento non sarà possibile per una Regione ottenere un livello maggiore di Autonomia.

Il governo avrà 24 mesi per determinare i Lep. Le regioni meridionali paiono danneggiate dal nuovo sistema. La nuova legge verrà impugnata davanti alla Corte Costituzionale da diverse regioni, dalla Campania alla Sardegna. Il Movimento 5 Stelle intanto ha scritto al Presidente della Repubblica affinché non promulghi la legge perché incostituzionale, violando i principi di unità ed indivisibilità della Repubblica, di solidarietà etc.

La bocciatura della Commissione Europea.

La Commissione Ue ha bocciato la riforma dopo il passaggio in Parlamento. L’Unione ha redatto un documento in cui ha richiamato l’Italia e il proprio governo dopo la decisione presa, con una serie di raccomandazioni sulle politiche economiche, sociali, occupazionali, strutturali e di bilancio prese. l’Ue ha definito quella in atto una vera e propria “devolution” che ha il rischio di portare una spaccatura all’interno del Paese, con l’acuirsi delle disuguaglianze tra Nord e Sud.

L’Ue definisce quella in atto come una “devolution di ulteriori competenze alle regioni italiane” che “comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese”. Il pericolo, tra l’altro, è di “disuguaglianze tra le regioni“, col disegno di legge sull’autonomia che “include alcune tutele per le finanze pubbliche, come le valutazioni periodiche delle capacità fiscali regionali e i requisiti per i contributi regionali per raggiungere gli obiettivi fiscali nazionali”.

“Tuttavia sebbene assegni specifiche prerogative al governo nel processo negoziale, non fornisce alcun quadro comune per valutare le richieste regionali di competenze aggiuntive”, osserva Bruxelles, mettendo in luce che “le regioni potranno così richiedere competenze aggiuntive solo una volta definiti i corrispondenti ‘livelli essenziali di servizi’ (Lep)”.

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