Putin, seconda proposta di cessate il fuoco.Si riparte dalla “bozza di Istanbul”.

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Putin, seconda proposta di cessate il fuoco.Si riparte dalla “bozza di Istanbul”.

Il presidente russo Vladimir Putin sarebbe pronto a fermare la guerra in Ucraina con un cessate il fuoco negoziato che riconosca “le attuali linee del campo di battaglia”: lo hanno detto a Reuters quattro fonti russe. Tre delle fonti, che hanno familiarità con le discussioni nell’entourage di Putin, hanno affermato che il leader russo ha espresso “frustrazione” a un piccolo gruppo di consiglieri per quelli che considera tentativi sostenuti dall’Occidente di ostacolare i negoziati e la decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di escludere i colloqui.

“Putin può combattere per tutto il tempo necessario, ma è anche pronto per un cessate il fuoco, per congelare la guerra”, ha detto una fonte russa di alto livello che ha lavorato con Putin ed è a conoscenza delle conversazioni ad alto livello al Cremlino.

Reuters afferma di aver parlato con un totale di cinque persone che lavorano o hanno lavorato con Putin a livello senior nel mondo politico e imprenditoriale. La quinta fonte non ha commentato il congelamento della guerra sull’attuale fronte.

Il riferimento è alle sue dichiarazioni pubbliche del 17 maggio, durante l’ultimo viaggio in Cina, nelle quali, parlando con i giornalisti, aveva detto di essere disposto a discutere della tregua in Ucraina sulle basi della bozza di accordo di Istanbul del marzo 2022. Un accordo, ha poi sostenuto, che era praticamente fatto e che è stato poi sabotato dall’ingerenza occidentale nei piani ucraini.

La bozza di accordo di Istanbul

La bozza di Istanbul prevedeva meccanismi per la sicurezza dell’Ucraina con garanzie fornite da diversi Paesi – tra cui l’Italia – mentre si ipotizzava che i negoziati sul futuro della Crimea e del Donbass potessero durare fino a 15 anni.

Per favorire i colloqui, ha aggiunto, la Russia aveva accettato di ritirare le sue truppe dalla regione di Kiev, ma subito dopo gli ucraini «si sono ritirati dal processo negoziale».Alcuni mesi fa il capo negoziatore ucraino a Istanbul, David Arakhamia, aveva detto che Kiev aveva deciso di abbandonare i negoziati per varie ragioni, tra cui le pressioni dell’allora premier britannico Boris Johnson, che aveva assicurato agli ucraini la vittoria militare su Mosca, riempiendoli di armi.

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