LA MELONI SI RIMETTE LA MASCHERA IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE. E, PER NON FARSI MANCARE NULLA, ACCOGLIE IN PATRIA UN ASSASSINO IN POMPA MAGNA.

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LA MELONI SI RIMETTE LA MASCHERA IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE. E, PER NON FARSI MANCARE NULLA, ACCOGLIE IN PATRIA UN ASSASSINO IN POMPA MAGNA.

Luciano Graziuso

Lo scorso sabato la premier è intervenuta alla convention di Vox, partito dell’ultradestra spagnola guidato da Santiago Abascal, ed ha fatto un discorso da vera leader e soprattutto da vera sovranista; eccone i punti più importanti: “L’Europa è un continente stanco, con troppa burocrazia … Ha bisogno di noi e noi non ci tiriamo indietro … Noi siamo il motore di rinascita … Vogliamo un’Europa cristiana che dica no a gender e surrogata, che rifiuti le imposizioni sulla transizione ecologica e il nichilismo della sinistra … Hanno cercato di dividerci ma ci hanno reso più forti”. E ovviamente, per finire, non potevano mancare le dichiarazioni sulla difesa dei confini esterni.

Ma come mai così all’improvviso, dopo due anni di continui inchini nel corso dei tanti incontri avuti a Bruxelles e Washington con i vari leader occidentali, si è ricordata di essere sovranista? Non avrebbe potuto, durante tutto questo tempo, portare avanti i contenuti sopra espressi, almeno durante le riunioni tenutesi nel Vecchio Continente? Oppure fino allo scorso venerdì la pensava in un modo, e poi il giorno dopo ha di punto in bianco cambiato registro?

Per rispondere a tutte queste domande, non bisogna perdere di vista un fatto: l’8 e il 9 giugno si voterà per le elezioni europee; dunque è facile intuire che la premier stia cercando di gettare fumo negli occhi degli italiani per ottenere il maggior numero di voti possibile in quelle date. D’altronde, vanno in questa direzione anche le dichiarazioni di vari membri della sua coalizione, che hanno, proprio in questo periodo, “rivisto” le loro posizioni per quanto riguarda la guerra in Ucraina: citiamo ad esempio quelle di Salvini (che si è addirittura spinto a definire il presidente francese Macron un guerrafondaio): “Prepararsi alla guerra? No, dobbiamo costruire la pace”, Tajani: “L’Italia non manderà mai un soldato italiano in Ucraina … Non siamo in guerra con la Russia” e Crosetto: “Le dichiarazioni di Macron innalzano la tensione … L’Italia esclude un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari”.

Noi giudichiamo tutti questi tentativi di gettare fumo negli occhi degli italiani sleali e molto maldestri, in quanto, se si volesse veramente cercare la via del negoziato e perseguire la pace, come dichiarato in particolare dal ministro Salvini, basterebbe interrompere immediatamente l’invio di armi; come dicevano gli antichi romani, insomma, “Verba volant, scripta manent”. La Presidente e la sua coalizione stanno portando avanti la stessa tattica messa in atto due anni fa, prima delle elezioni politiche, quando promisero al popolo mari e monti per poi invece mantenere poco o nulla; gli italiani avranno buona memoria tra un mese? Soprattutto, strumentalmente, fecero credere agli elettori che erano d’accordo su provvedimenti già in vigore poi immancabilmente distrutti dalla loro azione di governo (tanti, per tutti il reddito di cittadinanza) e ipocritamente cavalcarono la tigre dell’eliminazione dei balzelli più odiati dai cittadini, come le accise sulla benzina, addirittura aumentate anche perché la premier ha accettato a Bruxelles senza colpo ferire un Patto di stabilità che prevede per il nostro Paese un “aggiustamento” dei conti, cioè un taglio, di 13 miliardi l’anno!!!!!! Lei a parole è contro i vincoli di bilancio e i poteri forti che stanno mettendo in ginocchio l’Italia, ma nei fatti è stata ed è completamente supina all’Unione Europea.

Un altro spot elettorale che si è fatta la Meloni per aumentare il numero di consensi che uscirà dalle urne è rappresentato dall’esasperazione mediatica che ha messo in atto in occasione del rientro in patria di Chico Forti, già condannato all’ergastolo negli USA per un omicidio compiuto a sangue freddo ed una pena di 24 anni già scontati nelle carceri americane; è stato veramente strabiliante vedere un capo dell’esecutivo, con tutti i problemi che purtroppo in questo periodo non mancano in Italia, tra cui il pericolo di una guerra alle porte, che lascia palazzo Chigi e si reca all’aeroporto militare di Pratica di Mare per ricevere Forti solo per sottolineare il successo dell’azione del governo riguardo alla sua estradizione. Al di là della discussione sull’opportunità o meno di accogliere un omicida con tutti gli onori, stride la differenza di trattamento con Ilaria Salis, che, pur non avendo ucciso nessuno e in prigione in Ungheria “solo” per un’aggressione a neonazisti, non ci sembra sia al centro delle cure e delle preoccupazioni della Presidente del Consiglio. Visto il blando impegno della nostra nazione per mitigarne le umilianti condizioni di carcerazione, forse avrebbe dovuto ammazzare qualcuno per avere l’onore di una maggiore sollecitudine da parte delle autorità italiane. Oppure dobbiamo pensare che la differenza di trattamento sia dovuta ad una questione politica?

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