Manuel M Buccarella
Celebriamo questo maggio con un bel brano di Fabrizio De André , “La canzone del maggio”, tratta dall’album “Storia di un impiegato ” del 1973.
La canzone è liberamente ispirata al “maggio francese” del 1968, in particolare ad un canto del maggio di studenti e lavoratori francesi. Non è la prima volta che il Faber guarda Oltralpe, alla Francia. D’altronde il cantautore ligure è considerato un degno erede e prosecutore della tradizione dei cantastorie francesi. Questa canzone diventa casualmente attuale in considerazione della lunga e talvolta violenta reazione dei lavoratori francesi alla riforma delle pensioni di Macron. Ed in effetti l’impiegato, protagonista del concept album di De André, appare freddo e poco sensibile alle “gesta francesi”.
In un primo momento De André si limitò ad una traduzione letterale del canto francese, poi ci mise qualche suo verso, per rendere la canzone più immanente ed attuale, nonostante fossero passati cinque anni. In particolare inserisce il verso”Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti” oscurando l’originale: “Voi non avete fermato il vento gli fate solo perdere tempo”. Negli appunti che accompagnano la stesura della canzone, De André scrive: “Un impiegato ascolta, cinque anni dopo, una delle canzoni del maggio francese 1968. É una canzone di lotta: ricorda i fatti accaduti durante la rivolta nata dagli studenti e, rivolgendosi a quelli che alla lotta non hanno partecipato, li accusa e ricorda loro che chiunque, anche chi in quelle giornate si è chiuso in casa per paura, è ugualmente coinvolto negli avvenimenti.”
Sotto il profilo stilistico questo pezzo può dirsi un folk rock, con l’inusuale ma efficace utilizzo di un’armonica a bocca, che rimanda all’esperienza musicale d’Oltreoceano.
