IL PREMIER SLOVACCO ROBERT FICO VITTIMA DI UN ATTENTATO. UNICO LEADER EUROPEO CONTRARIO ALLE POLITICHE GUERRAFONDAIE DELLA NATO: HA “PAGATO” PER QUESTO?

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IL PREMIER SLOVACCO ROBERT FICO VITTIMA DI UN ATTENTATO. UNICO LEADER EUROPEO CONTRARIO ALLE POLITICHE GUERRAFONDAIE DELLA NATO: HA “PAGATO” PER QUESTO?

Luciano Graziuso

Come ormai ben sappiamo, lo scorso mercoledì il presidente della Slovacchia Robert Fico è stato raggiunto da 5 colpi di pistola ad Handlova, vicino alla capitale Bratislava, ed ora si trova in ospedale in gravi condizioni; a sparargli è stato un 71enne, tale Juraj Cintula, descritto come un “lupo solitario senza appartenenze politiche”.

Pur essendo ovviamente impossibile stabilire tutta la verità dei fatti, soprattutto a così poca distanza temporale dall’attentato, possiamo comunque farci delle domande che ci permettano di analizzare nel miglior modo possibile la questione.

1) Come è stato possibile che una singola persona sia riuscita ad eludere la sorveglianza destinata ad un capo di Stato?Tutto ciò, come è facile immaginare, è molto strano, soprattutto oggigiorno, con i grandi progressi tecnologici a disposizione rispetto al passato, è ancora più semplice prevenire attentati di questo tipo, messi in atto da un singolo individuo. Altri dubbi più che legittimi ci giungono da due constatazioni: la zona dove si è svolto l’attentato era estremamente semplice da sorvegliare e poi Juraj Cintula, prima di essere bloccato, è stato in grado di sparare per ben 5 volte al suo bersaglio. Perciò, non è da escludere che ci siano più persone, e non soltanto un “lupo solitario”, a volere la morte di Fico; tutto ciò induce a porsi la seconda domanda:2) A chi gioverebbe maggiormente l’uscita di scena del leader slovacco?Per rispondere, bisogna dapprima offrire un quadro generale di quest’ultimo: si tratta di un politico che ha avuto il coraggio di opporsi alla strategia violenta della Nato e della stessa Unione Europea, dichiarando che la Slovacchia non avrebbe inviato “neanche una pallottola a Kiev” e che bisognava percorrere la via della pace e dei negoziati; oltre a ciò, Fico ha dimostrato di non essere supino ad una politica di asservimento del suo popolo ad “esigenze” estranee agli interessi e ai legittimi bisogni del suo Paese; atteggiamento, per essere chiari, purtroppo del tutto opposto a quello di molti leaders italiani ed europei, dimostratisi sempre pronti, ma solo a parole, ad andare a Bruxelles per difendere gli interessi nazionali e poi invece inchinatisi ai diktat delle oligarchie euriste e sovranazionali. Un’altra “pecca” che viene rimproverata al premier slovacco è quella di intrattenere ottimi rapporti con la Russia di Putin, che come lui protegge e riconosce le radici popolari, le tradizioni della propria gente e non tende ad annacquarle nel mare magnum del conformismo occidentale; crediamo che non sia un delitto conservare la propria identità nazionale anche attraverso la valorizzazione e il riconoscimento delle tradizioni nazionali.Quindi, se si volesse prendere in considerazione un’altra pista oltre a quella del singolo attentatore folle o invasato, non si potrebbe non tenere conto che a giovarsi della scomparsa di Fico sarebbero i guerrafondai che forniscono in continuazione armi ad un fronte già sconfitto che ha visto morire ad oggi centinaia di migliaia di giovani vite, coloro che bollano come “sovranista” chi tenta di difendere gli interessi della propria nazione (gente) e non li sottomette ai desiderata dei più forti. Se fosse vera quest’ultima ipotesi, la situazione sarebbe molto grave, perché vorrebbe dire che sarebbe in pericolo chiunque non aderisse al “pensiero unico” globalista o, per meglio dire, del “miliardo d’oro”, cioè della parte più ricca della Terra.

In conclusione, ci lascia estremamente allibiti la maniera in cui gran parte della stampa nostrana ha divulgato la notizia dell’attentato a Fico: prima ancora di esprimere dispiacere e solidarietà per quanto successo, la maggior parte dei giornali si è affrettata a dipingerlo come “populista” ,“divisivo” , “sovranista” , “amico di Putin” e perfino “no vax” e “omofobo”, facendo quasi sorgere spontanee nei lettori considerazioni come “Se l’è cercata” oppure “Allora se lo meritava”; non casualmente, l’Italia negli ultimi tempi ha perso ben 5 posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa.

In linea con queste “informazioni”, molti quotidiani si sono anche lanciati in una quasi “beatificazione” dell’attentatore, presentato come “poeta”, “scrittore”, “libertario” ed addirittura “pacifista” e “non violento”. Alla luce di quanto appena detto, ci poniamo un’ultima domanda: “Se ad essere ferito quasi mortalmente, al posto del premier slovacco, fosse stato un leader occidentale e occidentalista, ci sarebbe stato lo stesso atteggiamento da parte della maggioranza dei nostri giornalisti?”. Crediamo proprio di no.

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