Quanto ci fa ammalare il traffico aereo (Isde News)

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Francesco Romizi (responsabile comunicazione ISDE Italia) ha scritto un articolo sul settimanale l’Extraterrestre del quotidiano Il manifesto, riportando anche una dichiarazione di Antonella Litta (responsabile del  gruppo di studio sugli effetti dell’inquinamento aereo).

“Guardare il mondo da un oblò è un’esperienza che molti di noi amano e ricercano: il fascino delle nuvole, il blu infinito, l’emozione di sentirsi sospesi tra cielo e terra. Eppure, dietro questa magica esperienza si nasconde un’ombra meno piacevole: l’impatto ambientale del volare. Sì, perché ogni nostra scelta di viaggio lascia una traccia, non solo nei ricordi, ma anche nell’atmosfera del nostro pianeta.

L’aviazione è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di CO2, ma l’impatto complessivo sull’ambiente va ben oltre questo dato. Oltre alla CO2, gli aerei emettono ossidi di azoto, vapore acqueo e particolato che contribuiscono all’effetto serra e al riscaldamento globale in modi complessi e significativi. Per esempio, un volo transatlantico può emettere tanta CO2 quanti alcuni individui in un anno intero.Queste emissioni non solo accelerano i cambiamenti climatici, ma incidono direttamente sulla nostra salute. E’ quanto emerge da un recente studio scientifico promosso dall’ organizzazione europea Transport & Environment (T&E) secondo il quale migliaia di casi di ipertensione arteriosa, diabete e demenza potrebbero essere collegati alle minuscole particelle (particolato – PM fine ed ultrafine) emesse dai motori degli aerei.

52 milioni di persone, più del 10% della popolazione totale europea, vivono entro un raggio medio di 20 km dai trentadue aeroporti più trafficati d’Europa e sono di conseguenza esposti alle particelle ultrafini prodotte dall’aviazione, secondo la ricerca del CE Delft, uno dei principali centri di ricerca indipendente con sede in Olanda. Per il momento nessun aeroporto italiano è stato analizzato, ma i dati che ci vengono forniti da città e aeroporti simili, per esempio, a quello di Roma o di Milano non possono che preoccupare anche i cittadini del nostro Paese. A Parigi, per esempio, 8 milioni di persone subiscono gli impatti negativi dei due aeroporti principali, il Charles de Gaulle e l’Orly. L’esposizione alle particelle ultrafini può essere correlata allo sviluppo di condizioni di salute gravi a breve, medio e a lungo termine, inclusi problemi respiratori, disturbi cardiovascolari e infertilità”.

Vi invitiamo ad approfondire il tema con la lettura diretta dell’articolo

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