UN MILAN AI MASSIMI LIVELLI BISSA IL FURTO DELL’ANDATA AI DANNI DEI GIALLOROSSI

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UN MILAN AI MASSIMI LIVELLI BISSA IL FURTO DELL’ANDATA AI DANNI DEI GIALLOROSSI

LECCE, STAVOLTA KRSTOVIC DIVENTA GIUDA

Luciano Graziuso

Se si guardasse soltanto al semplice risultato si potrebbe pensare che sia stata una gara senza storia in cui i padroni di casa hanno strapazzato gli ospiti; al contrario, i leccesi sono sì partiti male, ma hanno reagito da grande squadra e si sono visti negare la possibilità di rientrare in partita da un arbitraggio quantomeno discutibile, per usare un eufemismo…

LA CRONACA

La prima emozione della partita la fanno vivere i giallorossi: al 3’ Gonzalez lascia partire un sinistro insidioso dal limite dell’area, che termina però fuori di poco; ma è il Milan a passare subito in vantaggio: al 6’ Chukwueze sulla fascia destra si libera con troppa facilità di Gallo e Dorgu e mette un invitante pallone al centro per Pulisic, che se lo sistema egregiamente e realizza un gran gol all’angolino basso sulla destra dell’incolpevole Falcone, tirando da posizione centrale appena all’esterno dell’area di rigore.

Il Lecce accusa il colpo e rischia di capitolare nuovamente appena due minuti dopo: sugli sviluppi di una grande percussione sulla fascia sinistra di Leao, la palla arriva sui piedi di Adli che crossa subito per la testa di Pulisic il quale, stavolta, non riesce a trafiggere il portiere avversario.

Gli ospiti, come avvenuto anche nello scorso confronto al Via del Mare, non entrano ancora in partita e subiscono la seconda marcatura al 20’: su corner battuto da Adli, Giroud viene lasciato liberissimo in piena area ed ha gioco facile a battere di testa Falcone.

Con colpevole ritardo, adesso i salentini ricominciano a macinare gioco ed a presentarsi più stabilmente nella metà campo avversaria; è sfortunatissimo Gonzalez al 29’ quando, servito ottimamente da un cross di Ramadani, colpisce in pieno la traversa con un colpo di testa. Al 42’ ci prova Krstovic dal limite, ma Maignan è attento e para. Sul finire della prima frazione, però, sale in cattedra l’arbitro “Barabba” Massimi che, a distanza di una settimana, “vince” nuovamente il suo confronto diretto con Krstovic, decretando in maniera assolutamente esagerata la sua espulsione e “rubando” ai giallorossi la possibilità di riaprire il match. Fuor di metafora “religiosa”, il cartellino rosso nei confronti del giocatore montenegrino sembra eccessivo: l’attaccante colpisce sì Chukwueze con un intervento scomposto, ma lo fa involontariamente cercando solamente di arpionare il pallone (e non vede nemmeno il calciatore avversario, in quanto girato dalla parte opposta); si tratta certo di un caso limite, in cui comunque secondo noi l’ammonizione sarebbe stata la scelta più appropriata, ma siamo sicurissimi del fatto che, a parti invertite, un calciatore rossonero si sarebbe visto sventolare al massimo un cartellino giallo. Insomma, il solito modo di operare che hanno quasi tutti i fischietti: nel dubbio, aiutare sempre la squadra blasonata.

Nonostante l’inferiorità numerica ed il doppio svantaggio, il Lecce rientra in campo con grande caparbietà e non si arrende al suo destino; al 57’, però, l’arbitro Massimi ne combina un’altra e stronca definitivamente le residue speranze di rimonta dei giallorossi. Almqvist, ben lanciato da Ramadani, si invola ed entra in area di rigore; Hernandez dapprima lo abbatte con una spallata senza fare complimenti e poi, non contento, gli rifila una ginocchiata in testa quando lo svedese è già a terra. Il direttore di gara, seppur ben posizionato, non vede nulla, il terzino francese continua l’azione come se niente fosse e sul capovolgimento di fronte Leao sfugge alla marcatura di Venuti e batte Falcone per il definitivo 3 a 0. Il fischietto commette un doppio errore in questa circostanza: il primo, ovviamente, consiste nel non aver concesso un rigore enorme alla squadra ospite; per quanto riguarda il secondo, invece, si sarebbe dovuto quantomeno interrompere il gioco, come recita il regolamento, per il colpo alla testa subito dall’attaccante leccese. Naturalmente il VAR, così solerte ad intervenire nella gara di andata per annullare un gol al Lecce a causa di un leggerissimo pestone di Piccoli ai danni di un difensore avversario, resta silente, come in occasione della, come minimo, esagerata espulsione inflitta a Krstovic sul finire del primo tempo.

Per concludere l’illustrazione di tale spiacevole accadimento, non possiamo fare a meno di notare la scarsissima sportività del Milan, assolutamente non nuovo a questi episodi (vedi ad esempio la partita contro la Lazio, nella quale Pulisic, non fermandosi in seguito ad un colpo in testa subito da Castellanos, causò l’espulsione del terzino avversario Pellegrini) che, già avanti di due reti e con l’uomo in più, non accenna minimamente ad interrompere il gioco, nemmeno di fronte ad un possibile problema serio per un giocatore avversario; tutto ciò aggravato dal fatto che un paio di minuti prima, per un infortunio molto meno grave, i calciatori giallorossi avevano sportivamente buttato fuori il pallone.

La partita ormai ha ben poco da raccontare, fatta eccezione per una traversa colpita dalla distanza da Hernandez al 64’ e per un bel tiro di Almqvist respinto da Maignan al 76’. Nonostante il passivo così pesante, i nostri calciatori hanno onorato il match credendoci fino alla fine, e soprattutto hanno dimostrato in campo grande correttezza e sportività; non altrettanto possono dire i nostri avversari, sebbene abbiano vinto.

CONCLUSIONI

E’ molto complicato commentare una gara del genere: di certo c’è stato un approccio al match completamente sbagliato, pagato a carissimo prezzo con il doppio svantaggio; per tutto il resto della partita, però, la squadra non ha mai mollato e si è resa pericolosa anche a risultato ormai compromesso. Magari il Milan avrebbe vinto comunque, ma se Gonzalez avesse segnato invece di colpire la traversa e se l’arbitro o il VAR avessero fatto il proprio dovere almeno in occasione del rigore solare negato ad Almqvist, di sicuro la compagine rossonera non avrebbe avuto la vita così facile; già all’andata, infatti, i diavoli si fecero recuperare dal 2 a 0 al 2 a 2 ed avrebbero addirittura perso se non fosse stato per un altro arbitraggio a loro favorevole. Per sdrammatizzare potremmo concludere dicendo che, dopo la brevissima parentesi del rigore non concesso alla Roma la scorsa settimana, la lotta tra il Lecce ed i direttori di gara è ricominciata a pieno regime…

Per quanto riguarda i giocatori, il migliore è stato senza dubbio Gonzalez (ottimo a centrocampo ed autore anche di due conclusioni verso Maignan nel primo tempo), che mister Gotti inspiegabilmente lascia in panchina dopo l’intervallo. Bene anche Ramadani (discreto in interdizione e preciso nell’impostare il gioco) ed Almqvist (finalmente autore di una partita degna di quelle di inizio stagione); male in particolare Venuti, Gallo e Dorgu, che soffrono tantissimo contro le frecce rossonere Leao e Chukwueze e non riescono a rendersi pericolosi in fase di spinta. In chiaroscuro infine Krstovic, autore di una prova gagliarda condita con un tiro in porta fino a quando è rimasto in campo, ma troppo irruento in occasione del fallo che ha portato alla sua espulsione, seppure esagerata.

Ora ci attende un importantissimo scontro diretto casalingo contro l’Empoli, sabato prossimo alle 15 al Via del Mare, dove sarà fondamentale conquistare almeno un punto; la squalifica del bomber montenegrino, che purtroppo scatterà in seguito al cartellino rosso rimediato a Milano, renderà tutto più difficile: oltre al danno, la beffa.

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One thought on “UN MILAN AI MASSIMI LIVELLI BISSA IL FURTO DELL’ANDATA AI DANNI DEI GIALLOROSSI

  1. Bellissimo articolo, come sempre, questo di Luciano Graziuso sul Lecce. Giustissima, secondo me, l’analisi dell’arbitraggio di parte in questione, come pure quella più generale della purtroppo usuale disparità di trattamento che devono subire le squadre meno blasonate del Campionato in Italia. Quasi una regola cui (dobbiamo?) dovremmo abituarci, cui i più onesti e competenti però non si abitueranno mai, anche se in Italia la disonestà intellettuale è diffusissima e quasi una regola. Bravo, Luciano!

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