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Lo scrittore israeliano Etgar Keret contro il governo. “Andrò alle manifestazioni per chiedere le dimissioni del governo”

“La preoccupazione è generale: Israele è su un autobus che viaggia da mesi con un autista irresponsabile. I soldati siedono in posti più rischiosi di altri: ma in pericolo c’è l’intero autobus. Chi guida l’autobus sta usando i soldati e i loro sacrifici per condurre l’autobus in un posto più sicuro? A me non pare”.

Così a Repubblica lo scrittore israeliano Etgar Keret. “Andrò alle manifestazioni per chiedere le dimissioni del governo – aggiunge – Accanto a me ci saranno familiari degli ostaggi e riservisti appena tornati da Gaza. Facce diverse della società. Fra di noi c’è solidarietà, la stessa che c’è fra le diverse anime della società che in questo momento combattono in prima linea. Ma io so l’unità è solo di facciata: perché dietro c’è un vulcano di divisioni. C’è gente che parla di ricostruire insediamenti a Gaza, gente che è felice guardando la morte e la distruzione. Non ho mai pensato che potessero essere le minacce esterne a mettere a rischio Israele: né Hamas, né Hezbollah, né l’Iran. Ma il fanatismo e le divisioni”.

Dopo il 7 ottobre il Paese “non è cambiato ed è questo il problema. Abbiamo ancora Netanyahu al potere che parla di’ vittoria definitiva’. Gallant che parla del rumore dei nostri carri armati sulla testa di Sinwar. Ma nessuno ha un piano per domani. La gente di Gaza paga un prezzo altissimo e lo paghiamo anche noi, con soldati morti, decine di migliaia di sfollati, ostaggi che muoiono. Siamo in mano a due estremismi – conclude -Quello di Hamas che non può accettare l’esistenza di Israele. E quello dell’estrema destra, che controlla il governo, e non può accettare nessuna forma di convivenza con i palestinesi”.

Intanto a Doha si svolgeranno nuovi negoziati per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi. La situazione con l’Iran è tuttavia incandescente, dopo l’attacco israeliano alla sede consolare iraniana a Damasco.

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