Fine vita e diritti dei figli di famiglie arcobaleno. Barbera: se permane inerzia interverrà Corte Costituzionale

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Fine vita e diritti dei figli di famiglie arcobaleno. Barbera: se permane inerzia interverrà Corte Costituzionale

Relazione annuale della Corte Costituzionale oggi, davanti al Presidente della Repubblica Mattarella, piuttosto infuocata.

“Sul fine vita le Regioni vanno moltiplicando iniziative a supplenza del Parlamento il cui intervento non è avvenuto. Non posso anticipare nella maniera più assoluta un giudizio. Ma sottolineo un punto: il fatto che abbiamo coinvolto il Parlamento nella disciplina del fine vita, non è come talvolta si è detto che intendiamo fermarci e dire adesso è compito del Parlamento”. Così il presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera ai giornalisti. “No – rimarca – noi chiamiamo il Parlamento a collaborare nella identificazione dei parametri che fanno riferimento a valori e che sono letture non così accertabili con ragionamenti di soli interessi, ma richiedono una lettura che deve essere integrata anche dalla opinione e volontà delle assemblee espressive della volontà popolare… Fermo restando – conclude – che se resterà inerzia la Corte non potrà che intervenire”.

La Corte Costituzionale chiede, di nuovo (lo fece già Giuliano Amato), di riempire i vuoti legislativi su temi molto sentiti come il fine vita e i figli delle coppie gay. «Non si può non manifestare un certo rammarico per il fatto che nei casi più significativi il legislatore non sia intervenuto, rinunciando ad una prerogativa che ad esso compete, obbligando questa Corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell’imperativo di osservare la Costituzione».

È uno dei passaggi della Relazione del presidente della Consulta Augusto Barbera che auspica «sia un intervento del legislatore» che dia seguito alla sentenza “Cappato” «sul fine vita», sia un intervento «che tenga conto del monito relativo alla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso». «In entrambi i casi il silenzio del legislatore sta portando, nel primo, a numerose supplenze delle assemblee regionali; nel secondo, al disordinato e contraddittorio intervento dei sindaci preposti ai registri dell’anagrafe», ha sottolineato Barbera.

Il presidente della Consulta si è soffermato anche sull’enorme numero di femminicidi e di morti ed incidenti sul lavoro, ove pure sarà necessario l’intervento della Consulta.

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