Jack Kerouac e la Beat Generation

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Jack Kerouac e la Beat Generation

Jack Kerouac, considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo, nasce il 12 marzo 1922 a Lowell, nel Middlesex (Massachusetts ).

Kerouac è considerato “padre del movimento beat”, perché nei suoi scritti esplicitò le idee di liberazione, di approfondimento della propria coscienza e di realizzazione alternativa della propria personalità relative a un gruppo di poeti statunitensi che venne chiamato Beat Generation. Fu Kerouac a coniare il termine beat (come contrazione dal termine “beatific”), con intento religioso e non politico-contestatario, come lo fu invece per la maggior parte degli scrittori legati al movimento beat.

La “Bibbia” del movimento, la prima edizione di “On the Road”, viene pubblicata il 5 settembre 1957. Si tratta di un romanzo autobiografico, scritto nel 1951 da Jack Kerouac, basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli Stati Uniti, in parte con il suo amico Neal Cassady e in parte in autostop.

«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»«Dove andiamo?»«Non lo so, ma dobbiamo andare»(Jack Kerouac, “On the Road”, p. 17).

Il libro divenne presto un testo di riferimento, quasi un manifesto, di ispirazione della Beat Generation. Per “beat” Kerouac non intende “abbattuto”, bensì “beato”, in un’accezione dunque spirituale e religiosa e non politica e conflittuale. Lo scrittore parlava di beat già nel 1948.

Beat è aggettivo con cui negli USA degli anni 1950 fu indicato un movimento giovanile (beat generation) contraddistinto da un forte spirito di ribellione e di rifiuto verso i valori tradizionali della società contemporanea, nel quale confluirono e si articolarono altri movimenti, quali il pacifismo (specie negli anni della guerra del Vietnam), il femminismo e le rivendicazioni dei diritti sociali da parte degli afroamericani. Questo atteggiamento di ripulsa verso la società si ritrova anche nell’arte e nella letteratura, avendo come esponenti più rappresentativi gli scrittori J. Kerouac, A. Ginsberg e W. Burroughs. Il movimento è analogo a quello inglese degli Angry young men.

In una recensione sul New York Times Gilbert Millstein intuisce che “On the Road”sarebbe stato per la Beat Generation quello che “Fiesta” di Hemingway era stato per la Lost Generation: il manifesto di un’intera epoca. Il romanzo è stato inserito dal critico Richard Lacayo, nei migliori 100 romanzi del ventesimo secolo. Ha venduto 3 milioni di copie.

Il critico John Leland sostiene, anche in modo ironico, che si tratta di un libro pieno di lezioni su come crescere.È stata pubblicata in italiano la versione non censurata di “On the Road”, quella scritta sul “rotolo”. In tale versione sono presenti paragrafi tagliati nell’edizione del 1957 e i nomi dei personaggi sono quelli reali.

Kerouac ebbe a dire una volta di sé:“Non avrebbe mai potuto capirmi, perché a me piacciono troppe cose, e io mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all’altra finché non precipito. Questa è la notte, e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno, eccetto la mia stessa confusione”.

L’artista morirà di cirrosi epatica il 21 ottobre 1969.

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