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25 anni fa, il 7 marzo 1999, ci lasciava a soli 60.anni il grande regista e sceneggiatore americano Stanley Kubrick.Era nato il 26 luglio 1938 a New York.
Una delle pellicole di maggior successo e per molti versi controversa è “Arancia meccanica (A Clockwork Orange)” del 1971.
Tratto dall’omonimo romanzo distopico scritto da Anthony Burgess nel 1962, prefigura una società votata a un’esasperata violenza, soprattutto nei giovani, e a un condizionamento del pensiero sistematico.
Forte di quattro candidature agli Oscar del 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio, presentato lo stesso anno alla Mostra di Venezia, il film ottenne un buon successo ed un grande impatto culturale.
Decisivo per la riuscita del film fu l’apporto di Malcolm McDowell nel ruolo del protagonista Alex, pronto e disponibile a tutto, al punto che s’incrinò una costola e subì l’abrasione delle cornee durante le riprese del film.
Quando fu distribuita all’inizio degli anni settanta, la pellicola destò grande scalpore, per il taglio originale e visionario adottato nella narrazione, che faceva ricorso in maniera iperrealistica, a scene di violenza.
Kubrick è stato uno dei più grandi e capaci, qualcuno dice anche geniale, registi dell’ultimo secolo.Non ottenne mai un vero Premio Oscar, se non quello per gli effetti speciali, grazie a “2001: Odissea nello spazio”.Lo si ricorda, tra le altre pellicole, oltre che per “L’Arancia meccanica”, per “Spartacus”, “Shining”, “Full Metal Jacket”, “Il dottor Stranamore”, “Lolita”, “Eyes Wide Shut”.
