1962 con il Proclama 3447 dell’amministrazione Kennedy parte “El bloqueo” contro Cuba. Sono passati 62 anni ma nulla è cambiato.

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1962 con il Proclama 3447 dell’amministrazione Kennedy parte “El bloqueo” contro Cuba. Sono passati 62 anni ma nulla è cambiato.

Manuel M Buccarella

Il 8 febbraio 1962, con il “Proclama 3447” il presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy ampliò le restrizioni commerciali varate da Eisenhower nell’ottobre 1960 e impose l’embargo su ogni tipo di scambio con Cuba.

Il provvedimento fu preceduto da altri intensi “scambi” tra il governo socialista di Fidel Castro e la Casa Bianca. A “ferire” gli Stati Uniti furono le innumerevoli nazionalizzazioni adottate, anche in ambito petrolifero ai danni di grandi compagnie americane, e la Riforma agraria con le conseguenti collettivizzazioni.

Il Proclama 3437 seguiva l’esito , fallimentare per gli americani, dell’ invasione della Baia dei Porci (17 – 19 aprile 1961), orchestrata dalla Cia e con lo sbarco di controrivoluzionari cubani anticomunisti sull’isola. Il giorno prima, il 16 aprile 1961, Castro dichiarò Cuba come stato socialista.Circa 1189 controrivoluzionari furono arrestati, imprigionati e processati. Venti mesi dopo, il 23 dicembre 1962, furono rilasciati, in cambio di 53 milioni di dollari in alimenti per bambini e farmaci.

Nel frattempo gli Stati Uniti non rinunciarono a colpire Cuba in modo più diretto e a partire dal 1961 tentarono di destabilizzare il Governo castrista con atti di terrorismo e sabotaggi, compresi falliti attentati contro Fidel Castro.

Il Provvedimento richiamò l’autorizzazione emanata dal Congresso il 4 settembre 1961 con il Foreign Assistance Act, ma al contrario di questa, che cercava le ragioni dell’embargo anche nel danno economico provocato ai cittadini statunitensi dagli espropri, l’atto presidenziale pose l’accento solo sull’allineamento ideologico del governo di Cuba al comunismo sino-sovietico.

Le pesanti conseguenze del blocco furono lenite dall’ Unione Sovietica e dai paesi del Patto di Varsavia. Dopo il crollo dell’ Urss, il paese è sprofondato in una grave crisi economica. L’ embargo statunitense, che Obama pensava quanto meno di lenire, ma lasciando a Trump la decisione, sussiste ancora. Le aziende statunitense che dovessero commerciare con l’ isola verrebbero sanzionate. Stesso rischio per quelle non americane che abbiano rapporti con gli Usa. Le conseguenze più pesanti sono nella sanità, con macchinari e farmaci salvavita spesso mancanti o carenti. Negli scorsi giorni anche il Messico ha chiesto la fine del bloqueo.

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