“La povertà è la peggiore forma di violenza.”
“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”
“La Terra fornisce abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo.”
Il 30 gennaio 1948 veniva assassinato a New Delhi da un fanatico induista, che riteneva Gandhi responsabile dell’indebolimento dell’India, a causa del pagamento del debito al Pakistan. Gandhi, avvocato, giornalista, capo spirituale e leader di un’intera nazione, è diventato un mito carismatico, ricordato oggi soprattutto per le sue “battaglie della non violenza”. Veniva soprannominato “Mahatma”, la grande anima, per il suo notevolissimo spessore spirituale, prima ancora che politico. Padre della nonviolenza e del relativo movimento, fu a capo di un movimento politico e spirituale, ispirato alla “nonviolenza” appunto ed alla “forza della verità”, che indusse la Gran Bretagna a concedere all’India l’indipendenza nel 1947, grazie alla disobbedienza civile di massa praticata con metodi non violenti.
Il paese fu allora diviso in due, l’India a maggioranza induista da un lato, il Pakistan a maggioranza musulmana dall’altro. Entrambi facenti parte del Commonwealth britannico.
L’insegnamento di Gandhi ebbe ed ha tuttora un grande seguito a livello mondiale.
