La guerra in Ucraina non solo ha cambiato gli equilibri geopolitici in Europa ma ha anche arricchito i fornitori americani di gas liquefatto naturale.

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La guerra in Ucraina non solo ha cambiato gli equilibri geopolitici in Europa ma ha anche arricchito i fornitori americani di gas liquefatto naturale.

Manuel M Buccarella

Secondo i dati forniti da Gas Infrastructure Europe, al 19 dicembre 2023 le scorte europee (UE) e italiane di gas naturale avevano rispettivamente raggiunto l’87,95 e 85,52% della capacità massima di stoccaggio, il 10% circa al di sopra della media dell’ultimo decennio, grazie soprattutto alle forniture di Gas Naturale Liquefatto provenienti dagli Stati Uniti d’America, divenuti leader globali nell’export di GNL a partire dal 2022, a pari merito con il Qatar.

L’Unione europea, grazie ai prezzi più alti offerti dal proprio mercato regionale del gas naturale, è riuscita ad attrarre verso i propri porti gran parte del gas naturale liquefatto che non ha invece preso la direzione della Cina e di altre economie asiatiche. Nello specifico, le forniture di GNL Usa all’UE sono aumentate da 22,3 Gm3 nel 2021 a 54,3 Gm3 nel 2022 (+143,5%), mentre quelle all’Italia sono frattanto incrementate da 9,9 Gm3 a 14,4 Gm3 (+45,5%). Inoltre, i fornitori di GNL, a partire da quelli statunitensi, violando i propri obblighi contrattuali di lungo periodo, hanno dirottato parte delle proprie navi metanifere dai paesi dell’Asia-Pacifico verso l’Europa. Per India, Pakistan, Bangladesh e Tailandia, ciò ha significato un grave problema di approvvigionamento con conseguenze negative per le rispettive economie; In UE, nel 2022, i consumi totali di gas naturale sono calati del 13,5% (anno su anno). Secondo quanto riportato dal Financial Times il 30 agosto scorso, le importazioni UE di gas naturale russo via tubo caleranno dai 155 Gm3 nel 2021 ai previsti 25 Gm3 di quest’anno (-84%) (cfr. “Scorte record di gas in Europa: dalla Russia un messaggio distensivo” di Demostenes Floros su “Analisi Difesa”, 25 dicembre 2023).

Questi dati sono conseguenti all’ embargo praticato verso il più diffuso e conveniente gas naturale russo, colpito dalle sanzioni internazionali a seguito dell’ invasione dell’ Ucraina da parte della Federazione Russa. Questi dati testimoniano inoltre di come mai gli Stati Uniti di Joe Biden “credano” così tanto, in termini anche e soprattutto di quattrini spesi, nel sostegno finanziario e militare al governo di Zelensky. Lo sparigliamento degli equilibri geopolitici e militari, insomma, alla fine giova agli States che hanno di fatto sostituito la Russia, fornitore di gas da decenni verso l’Europa, nella fornitura di questo combustibile verso i paesi della UE, alleati militarmente con la Nato degli Stati Uniti d’America.

Ad ogni modo, durante la stagione fredda 2022-23, Unione europea e Italia non hanno dovuto affrontare interruzioni nelle forniture gasifere in quanto, secondo quanto dichiarato dall’Istituto di ricerca Bruegel, le condizioni climatiche più miti (fattore preponderante che si è sino ad oggi sostanzialmente ripetuto anche nell’autunno 2023) hanno mediamente contribuito per il 35% della riduzione dei consumi di gas naturale.

Stando ai dati Eurostat, quelle di GNL russo sono invece aumentate da 13,2 Gm3 nel 2021 a 18 Gm3 nel 2022 (+36,3%), mentre nei primi nove mesi del 2023 hanno coperto all’incirca 13,2 Gm3 su 98,9 Gm3 (pari al 13,4% delle importazioni totali, +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2022), rafforzando la seconda posizione della Federazione Russa come fornitore dell’Unione, subito dopo gli Stati Uniti e prima di Qatar, Nigeria, Algeria, Norvegia, Trinidad e Tobago. Il 14 settembre, la Commissario all’Energia UE, Kadri Simson, ha dichiarato che “negli ultimi sette mesi la Russia aveva esportato 12,4 Gm3 di GNL verso l’Unione europea. Le esportazioni russe di GNL potrebbero rimanere quest’anno allo stesso livello dell’anno scorso, o addirittura leggermente superiori. Non possiamo essere soddisfatti di questo. Possiamo e dobbiamo ridurre le esportazioni russe di GNL, sino ad eliminarle completamente”.

Eppure non manca chi ritiene che un embargo totale verso il gas russo possa avere effetti controproducenti, determinando un aumento dei prezzi della materia prima e nuova inflazione. Alex Froley, analista senior di GNL presso la società di consulenza ICIS, ritiene che “gli acquirenti a lungo termine in Europa sostengono che continueranno a prendere i volumi contrattati [di GNL russo], a meno che non vengano vietati dai politici”. Secondo uno studio della Banca d’Italia, pubblicato il 17 novembre, “la scarsità di gas causata dalla guerra è stato un fattore chiave all’origine dell’impennata dell’inflazione in Europa nel 2022 (la trasmissione complessiva all’inflazione core è di circa l’8% per gli shock del gas naturale e del 4% per gli shock petroliferi), e che probabilmente le sue ripercussioni si faranno sentire per tutto il 2023 […], conducendo ad un calo dell’attività economica (effetti stagflazionistici)”. Di fatto, in base ai dati pubblicati dall’Istat il 7 dicembre, la produzione industriale italiana è calata del 2,5% nei primi dieci mesi del 2023 (anno su anno), mentre quella manifatturiera del 2,1% (anno su anno).

Quanto infine al petrolio , quasi tutto il petrolio prodotto in Russia finisce ora in Cina e in India. Lo ha affermato il vice primo ministro Alexander Novak spiegando che dirottando quasi tutti i carichi Mosca è riuscita a neutralizzare gli effetti delle sanzioni occidentali. I due paesi asiatici hanno raccolto molte delle forniture che ora non arrivano più in Europa, con un notevole vantaggio economico, visto che il greggio russo viene venduto spesso “a sconto” rispetto alle quotazioni di mercato. Pechino e Nuova Dehli ricevono attualmente il 90% del petrolio esportato dalla Russia mentre la quota europea è scesa dal 45 al 5%. Novak ha ricordato come solo due anni l’import di petrolio dall’India fosse quasi nulla mentre ora copre il 40% del totale. Queste dinamiche hanno permesso a Mosca di raccogliere ricavi “comparabili a quelli del 2021”.

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One thought on “La guerra in Ucraina non solo ha cambiato gli equilibri geopolitici in Europa ma ha anche arricchito i fornitori americani di gas liquefatto naturale.

  1. Certo! Noi italiani ed europei sempre servi di Nato ed Usa, anche se questo vuol dire darsi la zappa sui piedi!!!! Vergogna!

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