Negli scorsi giorni il governo del Sudafrica ha inviato formale richiesta alla Corte penale internazionale (Cpi) affinché emetta un mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu entro metà dicembre per crimini di guerra e contro l’ umanità. La notizia è passata sotto traccia, se non addirittura snobbata dai principali media occidentali, compresi quelli italiani. Dimostrazione del fatto che il mainstream dei paesi Nato, alleati di Israele, continuano a coprire i crimini indicibili dell’ “unico paese democratico del Medio Oriente”.
La ministra della Presidenza sudafricana Khumbudzo Ntshavheni, nella conferenza stampa di presentazione dell’ importante iniziativa, ha ribadito l’appello dei leader africani per la fine del conflitto a Gaza. Ntshavheni ha sottolineato l’urgente necessità che la comunità internazionale intervenga e fermi il genocidio in corso.La ministra, incontrando la stampa, ha espresso profonda preoccupazione per le atrocità del governo israeliano contro il popolo palestinese, e ha attribuito la «continua impunità» del governo israeliano al sostegno e alla protezione di alcuni paesi.
Il Sudafrica, insieme a Bangladesh, Bolivia, Comore e Gibuti, ha già presentato il 17 novembre un deferimento alla Corte penale internazionale per indagare se a Gaza siano stati commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Ntshavheni ha sottolineato che l’ambasciatore sudafricano all’Aia ha consegnato personalmente la denuncia. Visto lo svolgersi in tempo reale di questi crimini, Ntshavheni conta in un’imminente emissione di mandati di arresto per diversi leader israeliani, compreso il Primo Ministro Netanyahu. «Il mancato raggiungimento di questo obiettivo sarà indicativo della mancanza di volontà di agire da parte della Corte penale internazionale e sarà un forte segnale del totale fallimento del sistema globale di governance e quindi della necessità di istituire un nuovo sistema», ha affermato.
Intanto Israele ha annunciato il ritiro del suo ambasciatore dal Sudafrica, dopo che nei giorni scorsi anche il Paese africano aveva annunciato il ritiro dei suoi diplomatici da Israele e definendo la posizione dell’ambasciatore israeliano a Pretoria come divenuta “insostenibile”.