Giornata internazionale dei Medici per l’Ambiente: un 2023 dedicato alla lotta contro l’antibiotico resistenza  (Isde News)

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Giornata internazionale dei Medici per l’Ambiente: un 2023 dedicato alla lotta contro l’antibiotico resistenza  (Isde News)

Il 25 Novembre 1990 nasceva l’Associazione Medici per l’Ambiente-ISDE Italia e da allora l’associazione ha svolto una rilevante attività di formazione e informazione sul tema ambiente e salute e ha contribuito all’approfondimento culturale e scientifico di molti aspetti di questo rapporto complesso e indissolubile. 

Ogni 25 Novembre ISDE promuove la Giornata Internazionale dei Medici per l’Ambiente.

La tematica di approfondimento scelta quest’anno è quella dell’antimicrobico resistenza (AMR), un problema di salute pubblica che causa quasi 5 milioni di morti ogni anno nel mondo e che, a livello Europeo, vede l’Italia condividere la maglia nera degli effetti sanitari con la Grecia e la Romania. 

In Unione Europea si stima che più di 35.000 persone muoiano ogni anno a causa di infezioni resistenti agli antimicrobici (European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC, 2022) e gli scarsi investimenti pubblici in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici, hanno portato l’OMS a individuare l’AMR come una delle prime dieci minacce globali per la salute pubblica. 

Quando gli antibiotici e altri agenti antimicrobici diventano inefficaci, le infezioni diventano difficili o impossibili da trattare, aumentando il rischio di diffusione della malattia e la morte.  L’ampio e inadeguato utilizzo di antibiotici è una delle principali cause della resistenza antimicrobica, perché seleziona batteri resistenti e la comparsa e trasmissione di determinanti genetici della resistenza. 

L’inadeguato utilizzo di antibiotici da parte di medici e pazienti è una delle cause della diffusione dell’AMR ma non è l’unica né la più importante. Altrettanto importante è l’insostenibilità del sistema di produzione alimentare, con particolare riferimento ai sistemi di allevamento animale di tipo intensivo e ad alcune pratiche agricole.

Studi solidi hanno dimostrato forti correlazioni tra resistenza antimicrobica, infezioni umane e consumo di cibo di origine animale (in particolare pollame, suini, bovini). Studi recenti hanno inoltre contribuito a sottolineare il possibile contributo alla diffusione di AMR da parte del sistema agricolo, per sistemi colturali destinati all’alimentazione umana che favoriscono il trasferimento della resistenza antimicrobica dai suoli ai microbiomi vegetali e, quindi, alla catena alimentare.

Il rischio di malattie infettive, inoltre, è amplificato dagli effetti dei cambiamenti climatici, dalla perdita della biodiversità e dall’inquinamento. Affrontare adeguatamente il problema della AMR significa necessariamente promuovere un approccio “one-health” a livello globale, che consideri i fattori causali di origine umana insieme a quelli di origine animale e ambientale e che pianifichi adeguate strategie correttive. Affrontare il problema solo in termini di consumo umano di antibiotici è una strategia utile e indispensabile ma, se isolata, è destinata a fallire.

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