PICCOLI PROBLEMI CON GLI ARBITRI. ABISSO E IL VAR NEGANO AL LECCE UNA MERITATA VITTORIA

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PICCOLI PROBLEMI CON GLI ARBITRI. ABISSO E IL VAR NEGANO AL LECCE UNA MERITATA VITTORIA

Luciano Graziuso

E’ finita 2 a 2 al Via del Mare, come l’anno scorso, ma con due differenze rispetto alla partita dello scorso
campionato: stavolta siamo stati noi a rimontare dallo 0 a 2 e soprattutto nella gara di ieri avremmo
meritato di vincere, ma purtroppo l’arbitro ed il VAR la pensavano diversamente…
LA CRONACA
A dispetto del risultato finale del primo tempo (0 a 2), il Lecce gioca una discreta prima frazione, sempre a
viso aperto; le statistiche della prima parte di gara infatti dicono che entrambe le squadre hanno effettuato 6 tiri (di cui 3 nello specchio), ciò che ha fatto la differenza è stata soprattutto la precisione sotto porta: il Milan segna 2 reti (Giroud al 28’ su assist di Hernandez, con Gendrey e Baschirotto colpevoli; Reijnders al termine di una prepotente azione personale, con Falcone non impeccabile) e colpisce un palo al 38’ (sempre col centrocampista olandese), mentre i giallorossi riescono a rendersi veramente pericolosi solo al 39’ con Banda (miracolo di Maignan).
Nella ripresa i rossoneri danno l’idea di poter amministrare comodamente il doppio vantaggio, non
rischiando nulla per i primi 20 minuti ed anzi andando nuovamente al tiro con Okafor al 64’ (parata di
Falcone). All’improvviso però si risveglia il Lecce, che nel giro di 4’ (tra il 66’ ed il 70’) infligge un terribile
uno-due ai propri avversari: prima ci pensa Sansone a battere Maignan (assist di Piccoli su angolo battuto
da Blin) e poi Banda fa altrettanto, grazie ad una bella conclusione angolata da dentro l’area su assist dello stesso Sansone. Il Milan adesso è tramortito, non riesce più a rendersi pericoloso ed è costretto a subire l’arrembaggio dei padroni di casa che, ormai in fiducia, sfiorano il terzo gol altre due volte, sempre con Sansone: palo interno alla destra di Maignan (84’) e tiro fuori di poco (89’); nel frattempo gli ospiti, increduli per aver sprecato il doppio vantaggio e completamente impotenti di fronte al furore dei leccesi, si innervosiscono e racimolano quattro ammonizioni (Musah, Calabria, Florenzi e Krunic) ed addirittura
un’espulsione (Giroud) in soli 15 minuti. Quando ormai il tempo è quasi scaduto e molti cominciano a
credere che la partita finirà 2 a 2, avviene il “fattaccio”: nell’ultimo minuto di recupero (94’) Piccoli si
“inventa” un gol favoloso: stoppa la palla spalle alla porta su rinvio di Falcone, si gira e conclude
immediatamente da lontanissimo, trafiggendo il portiere avversario. Ma anche la sala VAR purtroppo non è da meno per quanto riguarda le “invenzioni” ed annulla incredibilmente la rete a causa di un leggerissimo pestone dello stesso Piccoli ai danni di Thiaw, che tra l’altro, tanto era lieve il contatto, si era
immediatamente rialzato senza riportare alcun danno. Termina dunque così una stupenda partita di calcio, rovinata però dall’ineguatezza del direttore di gara e degli addetti al VAR.
CONCLUSIONI
Monza, Juve, Milan e Parma (in Coppa Italia): sono già 4 (su 13) le partite in cui abbiamo subito almeno un torto arbitrale, a fronte di nessun “aiuto”; inoltre il fischietto di ieri, Abisso di Palermo, non è nuovo a
direzioni di gara controverse sempre ai danni del Lecce (si spera in buonafede). Persino il Presidente
Saverio Sticchi Damiani, pur con grande pacatezza, questa volta ha deciso di intervenire, evidentemente
stufo di questo andazzo, affermando che “Il Var sta diventando diabolico. Ha rovinato una bella favola di
calcio. Con questa esasperazione rischiamo di rovinare il bello di questo sport” … “Il giocatore del Milan
subisce un mezzo pestone e poi si rialza subito, nessun giocatore rossonero si lamenta del fallo. Si sta
prendendo una direzione per cui se si vuole cercare un dettaglio minimo si trova”. Quest’ultimo passaggio in particolare è estremamente importante: allargando il discorso dalla squadra giallorossa alle “piccole” in generale, infatti, si ha sempre più l’impressione che questo VAR venga a volte usato come strumento di “tortura” contro le squadre meno blasonate, cercando appunto il cosiddetto “pelo nell’uovo” per mettere i bastoni tra le ruote, a vantaggio magari della squadra più “potente” di turno (come in questo caso). A testimonianza di ciò, anche il gol del pareggio siglato da Banda è finito incredibilmente sotto la lente di revisione per almeno un minuto, salvo poi essere inesorabilmente convalidato in quanto l’azione stavolta non offriva il minimo “appiglio” per giustificarne l’annullamento; a parti invertite, d’altro canto, tante volte la sala VAR “tace” anche in casi in cui ci sarebbero motivi più validi per intervenire.
Tornando (meglio…) al calcio giocato, ai tifosi giallorossi è arrivata l’ennesima conferma: il Lecce, anche
quando le cose sembrano mettersi male, è sempre vivo e dimostra di essere a proprio agio anche contro le “grandi”. Una grossa mano alla squadra l’ha data mister D’Aversa, stavolta di nuovo positivo nella scelta dei giocatori da far entrare in campo dalla panchina: Sansone, di gran lunga il migliore in campo, ha segnato, servito un assist e colpito un palo in soli 30 minuti; ottimo anche Piccoli, che oltre a lottare su ogni pallone, ha offerto la palla per l’1 a 1 a Sansone ed avrebbe anche segnato (…) ; molto bene anche Gonzalez e Blin, che col loro ingresso hanno dato grinta e geometrie ad un centrocampo fino ad allora assente ingiustificato del match. Per quanto riguarda invece i calciatori titolari, gran partita di Banda, che segna il 2 a 2 e crea l’unico pericolo nel primo tempo, e di Dorgu; male invece tutti gli altri, in particolare Gendrey e Baschirotto (colpevoli sul primo gol subito), Falcone (non impeccabile sul secondo), Rafia, Kaba e Krstovic, stavolta praticamente nulli.
Ora ci attende la sosta per le nazionali, perciò la prossima gara sarà lunedì 27 novembre alle 18:30, contro il Verona in trasferta. E’ un incontro non decisivo, poiché si sono giocate solamente 12 giornate, ma senza
dubbio molto importante per il prosieguo della stagione; assolutamente da non sbagliare.

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