La pace all’ insegna dell’ incontro di ebraismo, islam e cristianesimo nel romanzo di Buccarella “Il mio Vangelo” (2015)

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La pace all’ insegna dell’ incontro di ebraismo, islam e cristianesimo nel romanzo di Buccarella “Il mio Vangelo” (2015)

Nel romanzo “Il mio Vangelo (Diario di un pellegrino)” del 2015 di Manuel M Buccarella il protagonista, il giornalista italiano Pietro Tarentini è inviato in Medio Oriente per studiare luoghi e culture.

Per Pietro la pace si ottiene anche attraverso la sintesi ed il rispetto delle tre religioni monoteiste nate in Medio Oriente.


“E’ l’alba, l’alba dell’ultimo giorno di permanenza a Tel Aviv. Sarà anche l’ultima volta che
vedrò Nicole. Sono triste ma anche elettrizzato, per questo. Mi affaccio sulla finestra riparata dalle
grate che dà sul meraviglioso giardino del Rosée. Si vedono le prime luci di questo giorno,
accompagnate dal canto di alcuni uccelli. Istintivamente alzerei la cornetta del telefono per
comporre il numero dell’interno di Nicole ma ovviamente recedo dall'(in)sano proposito, ben
sapendo che a quest’ora la ragazza dorme ancora. I miei indumenti, come i miei effetti personali,
sono già tutti nelle mie due valigie, che sembrano osservarmi da quell’angoletto della stanza dove
sono poggiate da ieri sera. Un filo di luce, insinuatosi tra l’aria del cortile e le grate metalliche a
protezione del mio temporaneo domicilio, taglia quasi a metà la superficie di quella più esposta alla
finestra, risaltandone il colore olivastro. La condizione di luogo e di tempo è quella ideale per la
meditazione e … per la preghiera.
Allahu Akbar Muhammad ar-rasulullah (Dio è grande e Maometto è il suo profeta)
Padre Nostro che sei nei cieli
Elohai neshama shenatata bi t’horah hi (Dio mio, l’anima che mi hai donato è pura)
Recito l’incipit di queste importanti preghiere delle tre religioni abramitiche. In effetti sono
sempre stato favorevole all’accoglienza dei migranti sulle coste italiane, all’integrazione etnica e
razziale. Mi piacerebbe che il diritto di cittadinanza, in Italia come altrove, si possa acquisire
secondo la regola dello jus soli, e cioè che chi nasce sul suolo italico possa per ciò solo essere
cittadino italiano. Penso che le classi delle scuole italiane siano innegabilmente più ricche grazie
alla colorata presenza di tanti bimbi e ragazzi provenienti da ogni dove o nati in Italia da genitori
immigrati. Perciò non ho nessun problema, soprattutto ora che ho visitato Gerusalemme, ad intonare
preghiere musulmane, cristiane ed ebraiche. Intendiamoci: credo che continuerò a rimanere
cristiano, tuttavia rimango affascinato dal carattere per così dire inclusivo della religione di
Maometto: Mosè, Abramo, Gesù Cristo, lo stesso Maometto sono tutti profeti di Allah, di Dio!
E’ bello poter pensare e praticare questo, che rafforza l’idea della religione islamica come
una professione di pace. Questa idea inclusiva, questa comunanza tra le religioni abramitiche
supporta il mio progetto di vita e il mio universo di valori, anzi ne diventa parte integrante.

(…..)

Penso che non ci sia nulla di male a pregare con gli arabi. In fondo siamo tutti figli di uno
stesso Dio: Dio è unico, così mi hanno spiegato sin dai tempi del catechismo. Il canto del muezzin,
che inizia per “Allahu Akbar”, Dio è grande, e che continua con frasi arabe che purtroppo ho
difficoltà a comprendere, è coinvolgente per quanto si esprima con tonalità acute e con apparente
ripetitività e monotonia1. Anch’io, pur non essendo un fedele di quella religione, vengo rapito
dall’ipnosi ingenerata dal salmodiare, e così riesco a comprendere, immedesimandomi, il rapimento
spirituale in cui cadono le centinaia di musulmani accorsi con me in questa splendida cattedrale.
Mi prostro e mi piego, continuo i miei esercizi sul tappeto volante: volante perché mi consente
di abbandonare la dimensione spazio-temporale immanente per abbracciare quella illimitata dello
Spirito, richiamata dentro di me dalle riflessioni e dalla preghiera. In questa dimensione nuova
realizzo la sintesi delle culture che più mi hanno forgiato e mi appartengono: Islam, Cristianesimo,
Ebraismo, ed aggiungerei ancora, Buddhismo. “Che differenza fa, in verità?” penso, mentre
l’atmosfera e la mia disposizione interiore s’impossessano di me, che le mie preghiere verranno
ascoltate comunque dal mio Signore Gesù Cristo, anche se lo invoco attraverso il rito islamico,
perché questa è la città in cui è vissuto ed è stato messo a morte, perché questa è la città sacra e
santa per l’Universo!

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2 thoughts on “La pace all’ insegna dell’ incontro di ebraismo, islam e cristianesimo nel romanzo di Buccarella “Il mio Vangelo” (2015)

  1. Molto bello, grazie, questo brano tratto dal romanzo “Il mio Vangelo”
    ( Diario di un pellegrino); intense le sensazioni che il protagonista prova di fronte al sincretismo religioso (innegabile) che c’è tra ebraismo, cristianesimo, islam. Così belle e intense che le prova anche il lettore, o almeno le provo io, nel mio piccolo; sono assolutamente d’accordo sulla stessa radice e origine delle tre religioni “del Libro”, come sono definite giustamente in Storia; trovo prezioso il sentire del giornalista “pellegrino” in Medio Oriente là dove coglie l’afflato universalistico del sentimento religioso e soprattutto gli elementi di unione fra tre credi che potrebbero/dovrebbero cancellare gli elementi divisivi e condurre alla fratellanza e al rispetto reciproco. Più che mai attuale il messaggio, il nucleo profondo dell’opera, cioè la necessità della fratellanza e della reciproca convivenza nella solidarietà e nella giustizia

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