DAVIDE CONTRO GOLIA

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DAVIDE CONTRO GOLIA H.E. Mr. Jorge Marcelo Faurie (Minister for Foreign Affairs, REPUBLIC OF ARGENTINA)

ISRAELE CONTINUA IMPERTERRITO LA MATTANZA DI CIVILI PALESTINESI

Luciano Graziuso

6500 morti, di cui il 68% donne e bambini, nella sola Striscia di Gaza: questi finora sono i numeri agghiaccianti del genocidio che lo stato israeliano sta continuando imperterrito a perpetrare, con la complicità e/o il silenzio delle varie “democrazie” occidentali. Ma, mentre quasi tutti i nostri organi di stampa (italiani ma anche europei) insistono nello schierarsi vergognosamente dalla parte dei carnefici nonostante le continue stragi di civili compiute, la maggior parte dei cittadini del Vecchio Continente sta aprendo gli occhi davanti all’evidenza ed alla sempre più cruda verità. Soprattutto in seguito agli ultimi  vigliacchi bombardamenti che hanno preso di mira e distrutto vari ospedali, chiese e moschee, divenuti notoriamente rifugio e ricettacolo di civili, causando immani stragi, i più, nonostante gli squallidi tentativi della narrazione occidentale di mistificare la realtà, si stanno rendendo sempre più conto di chi siano gli oppressi e gli oppressori. Assistiamo, almeno da una settimana, ad una situazione paradossale: mentre tantissimi politici europei e americani non comprendono o fingono di non capire cosa stia realmente accadendo in Palestina, schierandosi in toto dalla parte dello stato ebraico anche rilasciando dichiarazioni vergognose, i cittadini in larghissima maggioranza sostengono a gran voce il popolo palestinese, sempre più martoriato da quella che ha assunto tutti i contorni di una vera e propria mattanza. Non sapendo più cosa fare per gestire la situazione, alcuni di questi stati – tra cui Germania e Francia – hanno deciso “democraticamente” addirittura di vietare le manifestazioni pro-Palestina (!) ; il governo transalpino però, alcuni giorni fa, è stato costretto a togliere il divieto, in quanto ritenuto, chissà come mai (…) lesivo della libertà dal Tribunale Amministrativo di Parigi. Caduta la “favola” dell’autodifesa di Israele da Hamas, moltissime piazze europee si sono riempite e si riempiranno nei prossimi giorni di manifestanti solidali con Gaza, mentre Israele ha bombardato e continua a colpire anche Libano, Siria e la Cisgiordania, dove Hamas non è nemmeno presente…

Le “grandi democrazie occidentali” come sempre non perdono l’occasione di attaccare duramente chi non la pensa come loro: ne è un chiaro esempio il “caso” Guterres (ONU), il quale ha affermato che “l’attacco di Hamas non nasce dal nulla, ma da 56 anni di soffocante occupazione” e ha denunciato anche “le chiare violazioni dei diritti umani da parte di Israele a Gaza”. “Siamo chiari- ha altresì continuato- nessuna parte in un conflitto armato è al di sopra del diritto umanitario internazionale. Il popolo palestinese ha visto la propria terra divorata da insediamenti”. Ebbene, per aver semplicemente detto le cose come stanno, il Segretario generale delle Nazioni Unite è stato fatto oggetto di numerosi attacchi ostili e rabbiosi da parte di molti capi di Stato ed Israele ne ha chiesto addirittura a gran voce le dimissioni. Anche il leader turco Erdogan si è attirato dei feroci strali affermando di recente che “Hamas non è un gruppo terroristico, ma lotta per la liberazione della propria terra” e che “Israele sta compiendo crimini” e non vi si recherà. Netanyahu ha quindi attaccato nottetempo Jenin (Cisgiordania), provocando almeno 3 morti e 20 feriti con  bombardamenti che ha definito “attività antiterroristiche” (sic!); ha anche arrestato presso Wadi Bruqin “due individui sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche”.  Anche la stampa italiana non è da meno, ed infatti come al solito si è avventata ai limiti dell’insulto personale su chi “osa” esprimere giudizi non in linea con la narrazione “a senso unico”, dominante nel sistema mediatico: l’ultimo a farne le spese è stato Alessandro Di Battista, al quale il quotidiano “Libero” ha “dedicato” un titolone in prima pagina nel quale l’ex 5 Stelle è definito “Il mullah Dibbah”. Sono gli stessi atteggiamenti e comportamenti a cui abbiamo assistito in occasione dello scoppio del conflitto russo-ucraino, quando chiunque si permetteva di esprimere un pensiero critico sulle cause della guerra veniva tacciato di “filoputinismo”; un “modus operandi” che è diventato ormai una costante ed al quale non si dovrebbe assistere in un Paese che si vanta di essere democratico e di avere la Costituzione più bella e più liberale del mondo (il che sarebbe anche vero, se essa non venisse  costantemente calpestata).

Anche alcuni sportivi sono finiti nel mirino per aver espresso le proprie semplici opinioni: El Ghazi, calciatore del Mainz (Serie A tedesca), è stato sospeso dalla propria squadra, “reo” di aver pubblicato un post in favore della Palestina; la sua società ha motivato la decisione affermando che “il contenuto della pubblicazione non era in linea con i valori del club” (…). Pure Mazraoui, calciatore del Bayern Monaco, ha compiuto lo stesso atto “trasgressivo”, ma è stato più “fortunato”, in quanto il suo team si è rivelato essere un po’ più democratico, limitandosi a prendere le distanze dal pensiero del tesserato. Infine, decisamente peggio è andata al famosissimo attaccante transalpino Karim Benzema, accusato dal Ministro degli Interni francese addirittura di avere legami con l’organizzazione islamista “Fratelli musulmani”, tutto ciò perché aveva scritto su “X”, pochi giorni prima, semplicemente le seguenti parole: “Tutte le nostre preghiere vanno agli abitanti di Gaza, ancora una volta vittime di questi ingiusti bombardamenti che non risparmiano né donne né bambini”. Il diretto interessato ha prontamente smentito le gratuite illazioni del politico, minacciando azioni legali tramite il proprio avvocato. In Francia però ci sono state, da parte di alcuni ambienti, pesanti accuse ed insulti al giocatore e proposte di revoca del Pallone d’Oro e della nazionalità francese. Il Paese in questione, d’altronde, si sta distinguendo in negativo per l’indifferenza, ed in alcuni casi proprio l’odio, che sta dimostrando verso il popolo palestinese: dapprima ha impedito le manifestazioni a favore degli abitanti di Gaza (divieto che poi si è visto costretto ad annullare) e in seguito ha perseverato con questo atteggiamento creando dal nulla degli allarmi, come il pericolo non provato di una bomba alla Reggia di Versailles, rivelatisi poi tutti completamente falsi. Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici: cercare di far “cambiare idea” al proprio popolo, solidale ormai in larga parte con la Palestina, incutere sempre più timore ai propri cittadini creando una costante atmosfera di allarmismo ed infine far nascere nella maggior parte possibile della popolazione un sentimento di livore nei confronti dei palestinesi, che sono invece le principali vittime di questa situazione.

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