LA JUVE (E L’ARBITRO…) FERMANO IL LECCE

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LA JUVE (E L’ARBITRO…) FERMANO IL LECCE

SI INTERROMPE ALL’ALLIANZ STADIUM LA LUNGA SERIE DI IMBATTIBILITA’ DEI GIALLOROSSI

Luciano Graziuso

Prima o poi l’incredibile marcia doveva finire: dopo 5 partite senza sconfitte (3 vittorie in casa e due pareggi fuori) la squadra salentina incassa il primo ko stagionale a Torino contro la Juventus, che ci sconfigge per 1 a 0. Il risultato tutto sommato è giusto e fotografa bene l’andamento della gara, con una Juve fin da subito volenterosa ma molto imprecisa e poco cinica, ed un Lecce compatto e ben posizionato in campo ma fin troppo rinunciatario, però il gol vittoria segnato dalla squadra di casa è viziato da ben due irregolarità…

LA CRONACA

Entrambe le squadre si affidano in maniera abbastanza massiccia al turnover anche a causa delle troppe partite ravvicinate; mister D’Aversa in particolare cambia ben 5 interpreti rispetto al precedente incontro col Genoa: dà fiducia a Venuti e a Dorgu sulle fasce, rimette titolare Baschirotto dopo la squalifica e piazza Blin e Oudin ai fianchi di Ramadani a centrocampo, affidando a questi ultimi due compiti prettamente difensivi. Il primo tempo è letteralmente dominato dalla Juventus (saranno 9 a 0 i tiri effettuati dalla squadra di casa al termine della prima frazione), ma il Lecce è molto caparbio ed attentissimo nella fase difensiva e così l’unica azione pericolosa della prima parte di gara è conclusa da un tiro di Chiesa che però finisce di poco a lato. Il pubblico di fede bianconera non è ovviamente soddisfatto del gioco espresso fino a questo punto dai propri beniamini, che rientrano quindi negli spogliatoi subissati dai fischi.

Nel secondo tempo invece la prima occasione degna di nota capita alla squadra ospite, ma il colpo di testa di Baschirotto termina sopra la traversa. L’episodio che decide la partita avviene al 57’: su azione scaturita da calcio d’angolo, Milik riesce a battere Falcone sfruttando un assist di testa di Rabiot. La Juventus dopo tanta fatica riesce dunque a passare in vantaggio, ma la rete dovrebbe essere annullata per un evidente fallo di mani commesso da Rugani durante lo sviluppo dell’azione; purtroppo per il Lecce, però, l’arbitro Giua non si accorge di nulla e convalida il gol. Come se non bastasse, il corner da cui è scaturita la rete di Milik è in realtà una rimessa dal fondo, poiché l’ultimo ad aver toccato la palla prima che uscisse dal campo è stato Rabiot, ma anche in questo caso né il direttore di gara, né i suoi assistenti prendono la giusta decisione. I giallorossi da questo momento in poi, costretti a cambiare il proprio “piano partita”, si gettano generosamente sempre di più all’attacco (chiuderanno addirittura con una sorta di 4-2-4, con Almqvist e Sansone esterni d’attacco e con Krstovic e Piccoli punte centrali), ma non riescono mai a rendersi pericolosi; i bianconeri invece avrebbero tantissime occasioni potenziali da poter sfruttare in contropiede, ma in realtà non ne costruiscono nemmeno una a causa di errori frequenti nell’ultima giocata e di eccessivo timore da parte di molti interpreti a lanciarsi troppo in avanti per seguire le azioni. Per questi motivi la partita diventa estremamente noiosa fino al 93’, quando Kaba con una prepotente azione personale salta Chiesa sulla fascia e si accentra, per poi venire atterrato nell’area di rigore dall’attaccante juventino: non sembrano esserci gli estremi né per accordare la massima punizione alla squadra ospite né per ammonire il calciatore giallorosso per simulazione; l’arbitro però, in continuità con le decisioni disastrose e a senso unico prese fino a questo momento, opta per la seconda soluzione, costringendo il Lecce a concludere la gara in 10 uomini, poiché il centrocampista era già ammonito. Nei restanti minuti di recupero non succede più nulla e così la Juve riesce a scavalcare il Lecce, ora quarto, ed a conquistare momentaneamente il secondo posto in classifica.

CONCLUSIONI

Perdere a causa di errori arbitrali fa sempre male, anche se tutto sommato il collettivo bianconero ha meritato la vittoria, pur non esprimendo un gioco molto brillante, come spesso gli succede; la squadra giallorossa non ha giocato male, ma è scesa in campo con un atteggiamento troppo rinunciatario, soprattutto pensando a come aveva “abituato” i tifosi finora. Tra i migliori Dorgu (ottimo in entrambe le fasi), Baschirotto (bene in difesa ed autore dell’unica conclusione pericolosa dei salentini), Blin e Oudin (buona partita soprattutto nell’interdizione) e Krstovic (che pur senza segnare fa reparto da solo); male in particolare Venuti, al suo esordio stagionale (messo costantemente in difficoltà da Cambiaso e da Chiesa), Strefezza ed Almqvist, entrambi in serata di scarsa vena. Ma il peggiore in campo è stato senza alcun dubbio il direttore di gara Giua: oltre alle decisioni errate sul gol della Juve e sull’ammonizione per simulazione a Kaba, rifila un altro cartellino giallo esageratissimo a Rafia e dà comunque sempre l’impressione di avere un “occhio di riguardo” per la squadra di casa anche per quanto riguarda le “normali” fasi di gioco, in particolare non concedendo quasi mai falli anche abbastanza evidenti agli ospiti e al contrario fischiando a favore dei bianconeri anche per contatti abbastanza veniali.

Adesso il calendario ci propone una sfida contro un’altra “grande” (Lecce – Napoli, sabato alle 15 al Via del Mare); i partenopei appaiono in crisi, ma contro giocatori del calibro di Kvara e Osimhen non si può mai stare tranquilli. Al di là del risultato, ci auguriamo almeno un arbitraggio imparziale, cosa che purtroppo non si è vista né ieri sera né a Monza…

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