Nasce ad Osaka il 4 settembre 1913, esattamente centodieci anni fa Kenzō Tange, architetto e urbanista giapponese. È considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’architettura del Novecento.
Ha conseguito il Premio Pritzker nel 1987, il maggior riconoscimento a livello mondiale per l’architettura, ed il Premio Imperiale nel 1993.
Da giapponese ha guardato sempre all’architettura ed all’urbanistica occidentale, ove in Giappone predominavano le costruzioni sviluppate in orizzontale. Ha quindi “importato” in Giappone lo sviluppo in altezza delle costruzioni.
Si ispirava a Le Corbusier e amava l’arte classica italiana.
Si laurea alla Tokyo Imperial University nel 1938 e da sempre guarda con interesse all’Occidente, in particolare allo stile e alla filosofia progettuale di Le Corbusier, dal quale “prenderà a prestito” l’uso di materiali come il ferro e il cemento armato, peculiari dell’opera dell’architetto francese.
Lo stile che Tange è riuscito a inventare negli anni ha fatto da ponte tra la forma e la tradizione giapponese e la tecnica occidentale, tanto da essersi presto guadagnato credito e ammirazione anche negli States e in Europa. Tra le principali opere degne di nota non si può scordare il celebre Peace Centre di Hiroshima, opera simbolo della ricostruzione, terminata nel 1956.
La maggior parte dei suoi progetti si trova in Giappone, ma anche in Italia ha realizzato diverse opere: a Bologna le torri del quartiere fieristico (1972), a Catania il quartiere Librino (1971) e a Napoli il Centro Direzionale (1995). A Milano è l’autore del progetto urbanistico del Quartiere Affari di San Donato Milanese (1990-99) dove ha realizzato la sede BMW-Italia (1998) e la torre AGIP (1999). A Roma, invece, ha progettato la sede italiana del Gruppo Toyota Italia.
Tange si è spento nella primavera del 2005, all’età di 91 anni, per una crisi cardiaca.
