50 anni fa come oggi “The Dark Side of The Moon”.

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50 anni fa come oggi “The Dark Side of The Moon”.

Manuel M Buccarella

«The Dark Side of the Moon era un’istanza di empatia politica, filosofica e umanitaria che chiedeva disperatamente di venir fuori.» (Roger Waters)

Il primo marzo 1973 passa alla storia per la pubblicazione di “The Dark Side of The Moon” dei Pink Floyd, un concept album spartiacque nell’economia stilistica del gruppo. Il disco, per anni l’album più venduto al mondo (50 milioni di copie vendute)- sarai poi soppiantato da “Thriller” di Michael Jackson – presenta un approccio differente rispetto ai precedenti, con una parziale contrazione degli spazi riservati ad elaborazioni strumentali e concettuali più marcatamente progressive, per concedere agibilità anche a momenti di musica pop, come nel piccolo gioiello “Money”, ove pure vengono inseriti un giro di basso e di chitarra vagamente reggae. Il testo si occupa della relazione con il denaro.In verità la maggior parte delle liriche, curate dal bassista Roger Waters, affrontano tematiche legate al disagio interiore, in particolare a quello psichico. Waters affronta il tema della follia (chi sarebbero altrimenti i “lunatici” oltre che gli improbabili abitanti della Luna?),la follia della vita quotidiana, con precisione melodica (Breathe, Us and Them) e splendore spettacolare (l’aria cantata da Clare Torry in The Great Gig in the Sky). È uno degli album rock meglio prodotti di sempre e Money è forse l’unica hit da top 20 in 7/4.

La copertina del disco è una delle più iconiche della storia del rock. Creata dal graphic designer inglese George Hardie con il contributo di Storm Thorgerson e Aubrey Powell dello studio Hipgnosis, rappresenta un raggio di luce bianca che, attraverso un prisma, con l’esclusione dell’indaco, si scompone nei suoi colori costituenti, rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola. All’interno della copertina il raggio forma il battito cardiaco dello spettro luminoso che richiama quello che apre l’album. Gli esperimenti, riusciti, non si limitano tuttavia al solo geniale artwork, ma si estendono anche al sound engineering. L’ ingegnere del suono è il grande Alan Parson, che lavorando con lametta e nastri, arrivò a registrare in quadrifonia, una tecnologia che non solo non era disponibile nel 1973 ma ancora oggi può essere utilizzata solo per eventi e in condizioni particolari.

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