Cosa c’è di nuovo e cosa di vecchio nella posizione di Elly Schlein sulla spesa militare.

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Cosa c’è di nuovo e cosa di vecchio nella posizione di Elly Schlein sulla spesa militare.

ma.bu.

Elly Schlein ha proposto di rinviare di cinque anni, dunque al 2028, l’obiettivo, peraltro già fissato in sede Nato, di portare le spese militari al 2% del P.i.l. L’apparente cambio di rotta della neosegretaria dem sarebbe stato in qualche modo influenzato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. che la Schlein cita: «Sì sono d’accordo con lui sulla richiesta di rinviare di cinque anni l’obiettivo di destinare ogni anno il 2 per cento del Pil alla spesa militare come richiesto dalla Nato». Giuseppe Conte lo va dicendo da qualche tempo, tuttavia i governi Draghi e Conte 2 avevano già fissato nell’anno 2028 il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla spesa militare. Nelle parole della Schlein dunque non c’è nulla di nuovo: le spese militari si possono gradualmente aumentare sino al 2% nel 2028.

E’ evidente comunque che uno slittamento del dies ad quem al 2028 potrebbe in qualche modo frustrare le esigenze e le ambizioni euroatlantiche in questo periodo di sostanziale guerra mondiale, visti gli sforzi finanziari e di fornitura d’armi che l’occidente sta sostenendo ed intende ancora sostenere “fino a quando sarà necessario” nella guerra contro la Russia.

A parte l’ovvia opposizione e critica proveniente dal centrodestra, la sortita della segretaria ha fatto storcere il naso anche ad alcuni esponenti del partito, in particolare quelli dell’area conservatrice. L’ex senatore del Pd Luigi Zandra ha pubblicato un proprio intervento nel quale critica a chiare lettere la Schlein, affermando che l’obiettivo del 2% non è negoziabile nè rinviabile, soprattutto perchè l’Italia ha preso un impegno con gli alleati. Violarlo significherebbe anche mettere in discussione la credibilità internazionale del paese. Ma, come detto, la spesa militare italiana potrà essere gradualmente innalzata fino appunto a raggiungere l’obiettivo prefissato con un po’ di calma, appunto nel 2028. Ampliare le spese militari celermente cozzerebbe con tutti i propositi, veri o fasulli, di sostenere ceto medio e poveri, sempre più in balia di disoccupazione, inflazione e recessione, alimentate anche dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Si spende in armi e non in spesa sociale?

A proposito di Ucraina, la Schlein non tarda a riallinearsi rispetto al sostegno militare: «Siamo fortemente al fianco del popolo ucraino che ha subito l’aggressione russa. Non può esserci equidistanza su questo e il Pd continua a dare pieno supporto a ogni forma necessaria per l’autodifesa del popolo ucraino rispetto all’aggressione russa. Al contempo vogliamo vedere un ruolo più forte, diplomatico e politico, dell’Europa per far finire questo conflitto con una pace giusta per il popolo ucraino».

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One thought on “Cosa c’è di nuovo e cosa di vecchio nella posizione di Elly Schlein sulla spesa militare.

  1. La Schlein deve affrontare gli attacchi della destra ancora renziana, dunque quanto di peggio si possa immaginare, del suo partito purtroppo schierato da tempo, oggettivamente, col peggiore padronato e contro i lavoratori…La sua stessa posizione sul conflitto russo-ucraino la dice lunga, nonostante le speranze che la sua elezione a segretaria nazionale del PD ha ingenerato in molti. Che dire? Il meno peggio…

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