Cosa ci può essere dietro il “diritto di parola”, i social e la politica.

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Cosa ci può essere dietro il “diritto di parola”, i social e la politica.

Crocifisso Aloisi

(ambientalista, meridionalista)

L’ho letta attentamente questa frase, ogni tanto riproposta da qualcuno sul web. Più la leggo e più penso che sia di una sottile ed estrema arroganza intellettuale. Penso infatti che il “diritto di parola” sia un diritto costituzionale che non si può concedere in proporzione al livello di istruzione. Anche perché, poi, ognuno ha il diritto di non ascoltare le fesserie dette qua o là. Senza dimenticare poi che se uno scrive una fesseria, c’è sempre un codice penale che può intervenire in base alla gravità delle affermazioni. Senza dimenticare poi che ognuno di noi potrebbe essere l’imbecille per qualcun altro.

Ma ritorniamo alla frase attribuita ad Umberto Eco. Secondo il pensiero dello scrittore chi dovrebbe avere, per grazia ‘naturale’, il diritto di parola in una società di individui “senza danneggiare la collettività” ?Saranno per caso i nostri precedenti o attuali politici, che sono stati capaci delle più indicibili nefandezze ai danni del Popolo Italiano ? Oppure i tanti giornalisti opinionisti che hanno lasciato fare ?O quegli economisti alla Alesina, Giavazzi, Tambellini ed altri per intenderci, che per decenni hanno scritto editoriali sui principali media nazionali indirizzando l’opinione pubblica sulla bontà del dogma liberista e l’austerità dei conti pubblici, salvo poi cambiare idea dopo tutti i disastri economici e sociali provocati dalla feroce determinazione del rispetto dei vincoli europei ?Oppure , secondo Eco, dovrebbe avere diritto di parola chi ha imbrogliato i cittadini sulla bontà delle privatizzazioni, sulle tariffe che avrebbero dovute diminuire ed invece così non è stato ?Oppure, sempre secondo il filosofo e chi la pensa come lui, poteva avere diritto di parlare “senza arrecare danni alla collettività” anche chi ha imposto il sistema elettorale maggioritario “per garantire maggiore stabilità” quando poi così non è stato visto che, da metà anni 90 ad oggi, ci sono stati più governi che legislature ?E, per tornare all’attualità, secondo il pensiero di Umberto e di coloro che gli fanno eco, dovrebbero avere diritto di tribuna per grazia ricevuta anche chi sta scrivendo articoli spazzatura sui maggiori quotidiani online in particolare da marzo 2020 fino ad oggi ? E questi sono ormai un esercito di mercenari professionisti dell’inganno, che ricevono anche soldi pubblici per le strnzte scritte, senza che a nessun filosofo, o personaggio appartenente alla cosiddetta classe intellettuale, gli sia venuto il dubbio se mentre scrivevano questi ‘pezzi di altissimo giornalismo moderno’ lo facevano “dopo un bicchiere di vino” o dopo aver usato altre sostanze psicotrope. Una cosa è certa : senza i social, senza la possibilità di interscambio di informazione tra i cittadini, al netto delle palesi bufale, oggi l’opinione pubblica nazionale non avrebbe contezza della pericolosità del regionalismo differenziato, come di altri inganni, che invece sarebbe già stato approvato se non ci fosse stata la reazione di diverse centinaia di migliaia di utenti social, “imbecilli” inclusi. Cosa che invece purtroppo non è avvenuta nel 2001, quando non c’erano i social e fu approvata la riforma del titolo V della Costituzione, alle spalle di milioni di cittadini meridionali, che tantissimi disastri ha procurato al nostro Sud, approvata da una minoranza dell’allora società, col silenzio complice di quelli che, a detta di Eco e di quelli che ragionano come lui, avevano ed hanno ancora diritto di parola per grazia ricevuta .

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