ESTATE E INCENDI: UN BINOMIO TROPPO SPESSO INDISSOLUBILE

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ESTATE E INCENDI: UN BINOMIO TROPPO SPESSO INDISSOLUBILE

Luciano Graziuso

Quest’estate stava andando tutto liscio, o almeno così sembrava fino a qualche giorno fa; invece i terribili incendi avvenuti di recente in Sicilia, in Puglia, in Calabria ed in Abruzzo ci hanno fatto purtroppo ritornare con i piedi per terra. Per prima è stata colpita l’isola, dapprima nelle zone di Valle Fico, Borghetto e Val Gadara, poi anche a Palermo ed all’aeroporto di Catania; il bilancio è tragico: 3 morti, 2000 sfollati, 2 forestali gravemente ustionati e centinaia di edifici danneggiati o distrutti. E’ stato già dichiarato lo stato d’emergenza regionale e si quantificano i danni in oltre 60 milioni di euro; l’unica notizia positiva finora è l’arresto di un piromane avvenuto a Enna. Poi è stata la Puglia a subire questo triste destino, a causa dei roghi sviluppatisi nel Salento (San Cataldo, Torre Mozza e Ugento), nel Foggiano (Vieste), nella provincia di BAT e in alcuni boschi a Bari. In particolare a San Cataldo le fiamme hanno causato ingenti danni, anche se fortunatamente meno gravi rispetto a quanto successo in Sicilia: è stata bruciata l’intera pineta, oltre a due auto, alcune ville e molti giardini di privati cittadini. Essendo anche qui tutti gli incendi di natura dolosa, è scattata subito la caccia ai responsabili, ma per ora purtroppo non ci sono novità. Coldiretti parla di “centinaia di ettari di macchia mediterranea andata distrutta” e prevede che ci vorranno “fino a 15 anni per ricostruire i boschi ridotti in cenere, con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro ed al turismo”.

Legambiente inoltre afferma che, da inizio anno al 27 luglio, “sono andati in cenere 51.386 ettari” (equivalenti a 73.408 campi di calcio!) e “ben 31.078 se ne sono persi tra il 25 ed il 27” dello stesso mese, mentre l’ONU parla di “era dell’ebollizione globale”; nel solo 2022 sono stati accertati ben 5.207 incendi, in grandissima parte di natura dolosa.

COSA C’E’ SPESSO DIETRO A QUESTI ROGHI

I boschi, le pinete e le vaste aree incontaminate in generale sono purtroppo considerate da alcuni semplicemente come un impedimento per costruirci qualcosa sopra (appartamenti, residence, discoteche, ecc) ; questo ci può far capire perché molte volte ci sia dietro qualche mano umana ad appiccare i roghi. Infatti, se ovviamente risulta quasi, se non del tutto, impossibile ottenere le autorizzazioni dai rispettivi Comuni per poter edificare in tali aree, dopo che esse saranno state bruciate invece basterà aspettare solo 10 anni per poterlo fare: come recita la legge del 21 novembre 2000, “è vietata, per 10 anni, la costruzione in zone boscate o pascoli percorsi dal fuoco, salvi i casi in cui la realizzazione delle opere fosse prevista, in data precedente all’incendio, dagli strumenti urbanistici vigenti”.

Tante volte è capitato, a testimonianza di quanto detto, che dopo vari anni queste zone, una volta ricche di verde, siano poi diventate aree edificabili, in seguito ai vari incendi che le hanno incenerite. Come si dice in questi casi, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

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